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Cronaca

Gli anarchici che volevano "vedere il sangue" e le infiltrazioni tra i no green pass

Sei anarchici finiti in un'inchiesta delle procure di Milano e Perugia. Alcuni di loro visti ai cortei milanesi

"Vogliamo vedere il sangue dello Stato". Dalle parole voleva passare ai fatti il gruppo di attivisti riconducibili all’area anarcoinsurrezionalista nei confronti dei quali il gip di Perugia ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare.

I provvedimenti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros, con la collaborazione dei provinciali di Cagliari, Cosenza, Cremona, Genova, Lecce, Massa, Perugia, Roma, Taranto e Viterbo. Disposto l'arresto per Alfredo Cospito, elemento di spicco della Federazione anarchica informale, già condannato per il ferimento del manager di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Domiciliari per uno spoletino già coinvolto in altre inchieste sull'eversione anarchica, che proprio in carcere avrebbe conosciuto Cospito. Obbligo di dimora per gli altri quattro indagati. Tutti i coinvolti rispondono delle accuse di istigazione a delinquere e istigazione a delinquere aggravata dalle finalità di terrorismo e di versione dell'ordine democratico. 

L'inchiesta, che ha visto la collaborazione tra le Procure di Milano e Perugia, è partita da una pubblicazione, dal titolo Vetriolo, il cui numero 0 è stato editato l'1 febbraio 2017, in una tipografia milanese. Espliciti i contenuti e i riferimenti degli scritti: accanto alle proteste si teorizzava la concretizzazione di atti violenti, come sottolineato dal procuratore capo di Perugia, Raffaelle Cantone, e dal coordinatore del pool antiterrorismo della Procura di Milano, Alberto Nobili, alla conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il comandante del Ros, generale Pasquale Angelosanto, e il sostituto procuratore titolare del fascicolo, Manuela Comodi. 

Proprio la corrispondenza tra quanto teorizzato e alcuni episodi realmente accaduti hanno destato l'allarme degli inquirenti, tra cui i danneggiamenti di auto di Poste Italiane a Foligno, anche se il giudice non ha riconosciuto l'attribuzione diretta delle responsabilità.

"L'effetto indotto è chiaro", hanno ribadito i magistrati. Secondo le indagini, l'attività del gruppo ruotava intorno al Circolaccio di Spoleto e nell'area di Spoleto e Foligno sarebbe stata particolarmente vivace. Anche durante il lockdown causa Covid, in violazione alle restrizioni, sarebbero state organizzate distribuzioni della rivista Vetriolo, uscita in 6 numeri. Soggetti riconducibili al gruppo controllato dal Ros hanno preso parte a manifestazioni no vax e no green pass, in particolare a Milano, con la volontà, ha precisato il generale Angelosanto, di infiltrarsi nella protesta. "L’intento - ha sottolineato il sostituto Comodi - era quello di istigare all'eversione indipendente dalle moltivazioni".

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