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Cronaca

Antinori: "Era una dell'Isis, mi ha accusato perché l'ho scoperta"

Intanto una ex dipendente racconta di un clima "agghiacciante" in clinica

Non ci sono solo le denunce da parte delle giovanissime a cui venivano espiantati gli ovuli, compresa l'infermiera spagnola che ha fatto partire la procedura di arresti domiciliari. Contro Severino Antinori, ginecologo famosissimo, e la sua clinica milanese Matris c'è anche la testimonianza (e la denuncia) di una ex infermiera della clinica stessa. Una donna di 55 anni che ha lavorato in due tempi alla Matris, per poi sporgere denuncia al Nas. Repubblica ha raccolto la sua testimonianza.

Una testimonianza che presenta due mondi apparentemente opposti, ma invece è lo stesso mondo a distanza di due anni. Perché la 55enne ha lavorato una prima volta alla Matris nel 2013, trovandosi molto bene e non ravvisando alcuna stranezza o, peggio, irregolarità. Tanto che, dopo una "pausa forzata" per un tumore poi risolto, nel 2015 ha accettato l'invito di Antinori a tornare al lavoro in clinica. "Uno scenario completamente diverso da quello che avevo conosciuto", spiega l'infermiera.

Molte ragazze giovani avevano iniziato a lavorare alla Matris, secondo l'infermiera "senza alcun titolo" e senza le necessarie precauzioni igienico-sanitarie: smalti, unghie lunghe, mani sporche che maneggiavano provette con gli ovuli oppure i ferri per le operazioni. E lo stesso Antinori che entrava "fumando e senza mascherina" in sala operatoria.

Accuse circostanziate ma anche estremamente gravi, che ovviamente avranno bisogno di essere attentamente vagliate e comprovate prima di ritenerle "certezze". Il professore, al tg regionale della Rai lombarda, si è difeso affermando che la giovane spagnola da cui è partita la denuncia principale (un'infermiera disoccupata di origine magrebina) "era una dell'Isis e l'ho scoperta, allora l'ha buttata su quella cosa" (la rapina degli ovociti).

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