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Cronaca Tortona / Piazza Napoli

La rabbia della sorella di Carlotta: "Dicono di denunciare, questa è la giustizia?"

Sui social lo sfogo della sorella di Carlotta Benusiglio, la stilista trovata morta in piazza Napoli nel 2016 per il cui decesso non ci sono colpevoli

"Ingiustizia è fatta". È in una storia Instagram tutta la rabbia di Giorgia Benusiglio, sorella di Carlotta, la stilista 37enne trovata impiccata a un albero nel maggio 2016 in piazza Napoli per la cui morte non ci sono condannati. Mercoledì, la Corte d'appello di Milano ha infatti assolto l'ex compagno Marco Venturi da tutte le accuse, sia dall'omicidio volontario - per cui la procura aveva chiesto 30 anni -, sia dal reato di morte come conseguenza di stalking, per cui in primo grado era stato condannato a 6 anni. 

"Giuro non ho parole, questa sentenza è un insulto non solo a Carlotta ma a tutte le donne picchiate, maltrattate e stalkerizzate. Ingiustizia è stata fatta. E io tutto questo non posso e non voglio permetterlo. Dicono di denunciare, si parla di scarpette rosse, panchine, ma poi a conti fatti, se i giudici stessi non applicano le pene io non so più che pensare", le parole di Giorgia. "Carlotta aveva denunciato più e più volte, aveva referti ospedalieri per le ripetute percosse, foto - addirittura una sotto cartella nel suo computer denominata MV Marco Venturi, dove c'erano schreenshot di messaggi con tanti di minacce, foto con pestaggi, screenshot di telefonate continue -, ci sono messaggi scambiati tra i due dove lui si scusa per averla massacrata, persone che raccontano di aver assistito alle persecuzioni, di pestaggi, io stessa l'ho accompagnata in ospedale per le botte subite", il racconto della donna. 

"Due giudici donne sono riuscite a dire che è assolto per non aver commesso i fatti, lo stalking. Abbiamo dovuto attendere 7 anni e mezzo, perché queste sono le tempistiche della giustizia italiana, per sentirci dire che le percosse sono cadute in prescrizione. Due pubblici ministeri, un procuratore generale, tutti hanno chiesto 30 anni per omicidio. Sono tutti matti? Non a caso sono coloro che hanno fatto le indagini, che hanno trascorso anni della loro vita su questo caso e che quindi lo conoscono nei minimi dettagli. E per questo non smetterò mai di ringraziarli, a loro va il mio massimo rispetto", le parole di Giorgia. 

"Marco quando è stato interrogato dal pm come indagato per omicidio si è avvalso della facoltà di non rispondere, non ha nemmeno inteso rendere alcuna dichiarazione nei processi al quale non ha mai presenziato se non in una occasione e per un udienza durata pochi minuti. Una sola volta ha detto la sua sulla morte di Carlotta. Ha scritto dopo tre mesi dal fatto una mail indirizzata a me, è agli atti, 'Carlotta non si è suicidata'. E due giudici e sei popolari sono stati capaci di dire che i fatti non sussistono, si è suicidata", lo sfogo della sorella della vittima. 

"A me sembra tutto veramente assurdo. Questa è la giustizia nella quale noi italiani dovremmo credere. Sono incredula - ha concluso -, mi sento svuotata dentro".

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