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La scoperta

Prezzi gonfiati e pazienti 'truffati': blitz della finanza contro dentisti e odontotecnici

Le investigazioni, che coinvolgono complessivamente 12 indagati, sono state svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano

Il "sistema" di corruzione che coinvolgeva dentisti e produttori di materiale di odontotecnica andava avanti da circa 30 anni per un volume d'affari impressionante. I finanzieri del Comando provinciale di Milano, coordinati dalla locale procura della Repubblica, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip nei confronti di 5 persone, indagate per associazione a delinquere e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Le investigazioni, che coinvolgono complessivamente 12 indagati, sono state svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano.

Al centro delle indagini, fa sapere la guardia di finanza, "un ipotizzato sistema di corruttela, che si protrarrebbe già dagli anni '90 nell'ambito della produzione e distribuzione di manufatti odontoprotesici, perpetrato da un'azienda leader nel settore dell'odontotecnica, con la compiacenza di medici operanti presso molteplici Aziende ospedaliere pubbliche lombarde".

Secondo la ricostruzione dei finanzieri, "la società, nelle persone del legale rappresentante e di suoi fidati collaboratori e dipendenti, avrebbe intrattenuto accordi corruttivi con odontoiatri in servizio presso ambulatori pubblici i quali avrebbero prescritto protesi, accessori e manufatti ortodontici anche in eccesso e/o non necessari, maggiorando così i correlati prezzi poi direttamente pagati dall'inconsapevole paziente".

Da quanto emerso dalle indagini, "nell'ambito ortodonzia, il sistema illecito consisterebbe nel rilascio di una prescrizione medica per manufatti non necessari, non effettivamente impiantati o dai costi indebitamente raddoppiati" mentre "nell'ambito protesi, verrebbero rilasciate prescrizioni mediche ove si indicano voci accessorie, non corrispondenti ai trattamenti effettuati, al solo fine di aumentare artatamente il valore finale della prestazione per la successiva fatturazione e pagamento da parte dell'ignaro paziente".

In cambio, secondo la guardia di finanza, "i medici compiacenti avrebbero ottenuto dalla società fornitrice delle protesi un compenso calcolato in percentuale sul fatturato procurato all'azienda mediante le prescrizioni mediche effettuate" e i soldi sarebbero stati erogati "in contanti con consegne brevi manu o mediante sconti per i propri studi privati". Contestualmente, sono in corso perquisizioni nelle province di Milano, Monza Brianza, e Varese.

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