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Cronaca

Com'è finita la storia di Trenord e dei 4 milioni chiesti all'ex manager arrestato

Il Tribunale ha rigettato la richiesta di risarcimento presentata da Trenord nei confronti dell'ex Giuseppe Biesuz

Niente "indennizzo". Il Tribunale di Milano ha rigettato la richiesta di risarcimento danni patrimoniali e non patrimoniali avanzata da Trenord nei confronti dell'ex amministratore delegato Giuseppe Biesuz, finito in manette nel lontano 2012 per falso ideologico, truffa e bancarotta fraudolenta, reati di cui era accusato per il crac di un'azienda "estranea" a Trenord ma che secondo l'accusa avrebbe commesso anche nell'esercizio delle cariche rivestite all'interno del gruppo. 

L'azienda che gestisce il trasporto ferroviario regionale aveva chiesto 4 milioni di euro ma il giudice civile Amina Simonetti, della sezione specializzata in materia di impresa, ha deciso di rigettare la richiesta e ha ritenuto di condannare Trenord al pagamento delle spese processuali. 

La società aveva chiesto i danni in sede civile in seguito al procedimento penale nei confronti di Biesuz, dimessosi dalla carica di ad l'11 dicembre 2012, in seguito al suo arresto, sostenendo che, in particolare negli anni 2011 e 2012, "avrebbe compiuto atti di malagestio, scoperti - si legge nell'atto, riporta l'Ansa - a seguito di approfondite verifiche sulla sua gestione, tali da provocarle un danno patrimoniale e non patrimoniale di almeno 4 milioni di euro". 

Da Trenord, che può impugnare, è arrivato un "no comment" dopo la decisione del giudice. L'avvocato Luigi Liguori, legale di Biesuz, ha invece. dichiarato che "la sentenza chiarisce che Giuseppe Biesuz non ha mai danneggiato la società, né si sono verificate anomalie nel corso del suo mandato in relazione a spese di rappresentanza, di comunicazione e di consulenza. La decisione del Tribunale - ha concluso - rafforza la reputazione e l'integrità della gestione aziendale tenuta nel corso del suo mandato dal mio assistito".

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