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Domenica, 28 Aprile 2024
8 marzo

"Così ho capito che non era amore e mi sono liberata di un marito violento"

Aurora (nome di fantasia) da giovanissima aveva avuto un figlio e poi si era sposata. Sembrava una favola. Poi è diventato un incubo di violenza. Quando ha scoperto quello che era accaduto al figlio, ha detto basta e si è rivolta alla fondazione Libellula

All’inizio le cose andavano bene. Aurora (nome di fantasia) è cresciuta a Milano e si è sposata molto giovane con quello che credeva sarebbe stato l’amore della sua vita. I due hanno anche avuto un figlio. Lei, come poi un giorno avrebbe raccontato allo sportello anti-violenza, era convinta di avere costruito "la famiglia del Mulino Bianco". Ma le famiglie delle pubblicità televisive non sono reali. La vita è un’altra cosa. Aurora l’ha capito poco dopo le nozze, alle quali era convolata a diciannove anni. Il marito è diventato violento e possessivo ma lei ha sopportato per molto tempo in nome di quella famiglia tanto amata. Fino a quando non ha scoperto le violenze sul figlio. Quello no. Non le ha potute accettare. È lì che ha deciso di rivolgersi alla Fondazione Libellula di Milano, che lavora con le aziende per prevenire la violenza di genere sul lavoro e rappresenta il primo sportello sul territorio che fornisce ascolto alle lavoratrici. Proprio Libellula di recente ha pubblicato un report sulla violenza sulle donne sul posto di lavoro, basato sull’ascolto di oltre 11mila donne in tutta Italia.

La storia di Aurora

Aurora oggi ha 47 anni. Tuttavia lei e il suo ormai ex marito si sono conosciuti fra i banchi di scuola e sono diventati genitori molto giovani. Aurora ha raccontato: "Quando ero adolescente i miei litigavano spesso e io mi sentivo invisibile, quando l’ho conosciuto è stato come se qualcuno mi vedesse per la prima volta". Poi è arrivato il figlio, con le famiglie che hanno fatto pressioni affinché si sposassero e andassero a vivere insieme.

Inizialmente le cose andavano bene. Aurora aveva anche un lavoro in un ristorante. Poi è cambiato qualcosa. Stando al suo racconto, lui è diventato violento e possessivo. Quando si discuteva erano insulti, botte e spintoni. Puntualmente, dopo le liti, lui si pentiva e tornava il 18enne che lei aveva conosciuto a scuola. Era un’illusione ma lei, nonostante tutto, non avrebbe mai pensato di allontanarsi da lui.

Almeno fino a quando, in una confidenza, il figlio le avrebbe rivelato di aver subito molestie da parte di un familiare dalla parte del padre. "Mi è crollato il mondo sotto i piedi - ha poi raccontato proprio Aurora -. Finché si trattava di me, era una mia scelta rimanere con l’uomo che mi aveva aiutato a uscire da casa, ma quando ho saputo che avevano toccato il mio bambino, qualcosa in me è scattato". Quella rivelazione choc ha fatto deflagrare il rapporto fra marito e moglie, trasformando la casa in una camera a gas, colma solo di litigi, violenze e rancori.

La rivelazione del figlio: "Mi hanno molestato"

Aurora si era anche rivolta a un’avvocata, che però le avrebbe sconsigliato di denunciare perché, a suo dire, sarebbe potuto sembrare un complotto suo e del figlio nei confronti del nucleo familiare del marito per ottenere la casa, pagata dalla famiglia di lui. Così Aurora ha cominciato a dubitare di se stessa e della sua percezione di vittima. "Forse aveva ragione lui quando mi diceva che non ero mai contenta e che nostro figlio era solo un bambino viziato e capriccioso" avrebbe poi spiegato nel suo percorso psicologico. Aurora, scoraggiata e senza un’alternativa, ha così continuato a vivere in quella condizione. Fino al giorno in cui si è confidata con una collega di lavoro, che le ha suggerito di rivolgersi allo Spazio Libellula. "Mi ha detto che lì avrei incontrato delle donne che non mi avrebbero giudicato e che avrei trovato uno spazio solo per me" ha raccontato la donna. E così è stato.

"Quando Aurora è arrivata da noi, era molto diffidente - ha raccontato direttamente a MilanoToday Marzia Scuderi, pedagogista e referente dei progetti di cura per Fondazione Libellula -. Aveva deciso di avviare un percorso ma in modo timido anche perché, la prima volta che si era aperta completamente con qualcuno, era stato con la sua avvocata, la quale le aveva suggerito di non denunciare, infrangendo il patto di fiducia che ci sarebbe dovuto essere fra loro. Quando si è rivolta al nostro sportello, ha trovato delle persone che non l’hanno mai giudicata o fatta sentire colpevole".

"L'abbiamo accolta. Oggi Aurora è rinata"

Così Aurora è arriva al centro di Fondazione Libellula alla fine dell’estate scorsa, chiedendo di poter partecipare allo "Spazio per le donne" con la sua amica. Ha partecipato saltuariamente agli incontri e si stupisce ogni volta che l’educatrice la cerca anche solo per sapere come sta. Questa attenzione disinteressata, unita all’accoglienza ricevuta, ha fatto sì che Aurora si aprisse gradualmente e acquisisse fiducia verso l’equipe dello Spazio Libellula. Col tempo Aurora ha cominciato a parlare del suo vissuto di sofferenze e del senso di inadeguatezza che la accompagnava giorno e notte perché "non ho saputo proteggere mio figlio, non mi ero accorta di nulla e non sono stata capace di capire che l’amore non alza la voce e le mani” aveva detto lei".

Aurora è andata avanti con il suo percorso di consapevolezza, fino a quando non si è sentita pronta a denunciare il marito e allontanarsi da lui. Si è affidata alla legale della fondazione Libellula, per affrontare la sua situazione e quella del figlio. Oggi Aurora abita in una nuova casa con il figlio, che nel frattempo ha trovato un lavoro come dog-sitter, mentre prosegue gli studi universitari. "Aurora ha fatto un percorso di supporto psicologico che l’ha rimessa nelle condizioni di avere fiducia in se stessa, poi un percorso con l’avvocato messo a disposizione dalla Fondazione Libellula per affrontare la separazione - ha continuato la dottoressa Marzia Scuderi -. Nel frattempo ha partecipato allo spazio di socializzazione. È stato un passo importante perché, nel momento della separazione, il fatto di avere a che fare sia con una rete di operatrici, sia con altre donne, ha evitato che si sentisse sola e le ha ridato il coraggio. Oggi Aurora è una donna sempre sorridente, è rinata".

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