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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

"Scuola italiana mai musulmana": lo striscione fuori dall'istituto che chiude per il Ramadan

Lo striscione della "Rete dei patrioti" fuori dalla scuola di Pioltello che il 10 aprile chiuderà

"Scuola italiana mai musulmana. Il 10 aprile vietato chiudere". È il testo di uno striscione affisso nella notte tra lunedì e martedì fuori dall'istituto comprensivo Iqbhal Masih di Pioltello, l'istituto che - per decisione del consiglio - il prossimo 10 aprile resterà chiuso per celebrare la festa di fine Ramadan. 

Il blitz è stato firmato dal "Nucleo autonomo mobile", sigla che aderisce alla "Rete dei patrioti", formazione di estrema destra che a Milano e hinterland è composta soprattutto da ex di Forza Nuova. "È assolutamente inaccettabile che gli alunni di una scuola italiana debbano essere costretti a perdere un giorno di scuola per consentire la celebrazione di una festività totalmente estranea alla nostra cultura e alla nostra tradizione", si legge in una nota del gruppo.

"Un episodio gravissimo, che si pone purtroppo in continuità con un processo di cedimento continuo all’islamizzazione che avviene in diverse parti d’Italia, ma che a Pioltello e in tanti altri centri dell’hinterland milanese si pone in tutta la sua drammaticità. Se è così importante per le istituzioni il mantenimento e la difesa delle tradizioni degli alunni di fede islamica, si istituiscano allora classi separate che consentano agli alunni italiani di non subire i frutti malsani della colonizzazione islamica e agli alunni di fede islamica di rispetta legittimamente le proprie tradizioni religiose. Sapendo, però, di vivere in un paese che - hanno concluso i militanti di Nam - queste tradizioni le tollera nella sfera privata, ma non accetterà mai che si sostituiscano alle proprie nella sfera pubblica".

Il preside dell'istituto - che comprende asilo, elementari e medie - aveva chiarito il perché della scelta di chiudere. "A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in tre o quattro. I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà. Questa festa è per molti di loro una tradizione, tra l’altro spesso condivisa anche dai compagni di classe italiani che partecipano per condividere", le sue parole. 

Dopo la bagarre politica - con il centrodestra sulle barricate contro la scuola - era intervenuto anche il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara: "Ho chiesto agli uffici competenti del Ministero di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l'ordinamento", aveva annunciato su Twitter. "Ovviamente le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto", aveva poi aggiunto a margine della presentazione della Smart Factory Lab di Cima al Milano Innovation District. "Il mio obiettivo è far rispettare la legge, la legalità, le regole. Il calendario scolastico lo definisce Regione Lombardia. Le scuole possono derogare per esigenze comprovate legate al piano dell'offerta formativa", aveva sottolineato il ministro. 

E ancora: "Le vacanze legate a festività e celebrazioni non possono essere definite dalle scuole che devono fare valutazioni esclusivamente di natura didattica". Nel caso della scuola di Pioltello "se le decisioni sono state di natura didattica nulla questio. Se invece sono state del tipo 'dobbiamo includere tutti, perciò bisogna fare una festività nuova' allora ritengo che con la legge questo abbia poco a che fare". 

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