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Boni (Lega Nord): "Niente case ai nomadi, i fondi ministeriali non servono a quello"

Il presidente del consiglio regionale prova a mettere ordine alle polemiche dei giorni scorsi: "Il Comune può fare le scelte che vuole, ma non dovrà richiamare il progetto del Viminale per assegnare case ai nomadi"

foto_3Prima la polemica con il Comune di Milano per l'assegnazione gratuita delle case Aler ai nomadi di via Triboniano, in vista della chiusura del campo. Poi le schermaglie con Romano La Russa, esponente del PdL, sulla corretta interpretazione di un progetto del ministero dell'Interno che prevede anche l'erogazione di fondi per i Comuni che intervengono sulla questione dei nomadi. Davide Boni, esponente di primo piano della Lega Nord e presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, in questi giorni è stato protagonista di un prolungato dibattito politico. Giovedì ha avuto un incontro col prefetto di Milano per chiarire definitivamente i termini del progetto di Maroni. MilanoToday lo ha sentito su questo tema.

Presidente Boni, lei ha avuto un incontro col prefetto di Milano. Di cosa avete parlato?
Dopo una conversazione telefonica col ministro Maroni, mi sono recato in Prefettura per un incontro. Il problema sorgeva dalla questione delle case per i nomadi. L'incontro è servito a sottolineare da parte mia, e a confermare da parte del prefetto, che il progetto finanziato dal ministero è per mettere in sicurezza i campi e la città, non per assegnare le case ai rom.

Questo implica che il Comune di Milano dovrà ora far marcia indietro?
Il Comune di Milano può fare le scelte che vuole, ma non dovrà richiamare il progetto del Viminale per assegnare case ai nomadi. Questo è servito a fare chiarezza anche con Romano La Russa che aveva fatto dichiarazioni differenti dalla realtà.

Tra poco si chiuderà il campo di via Triboniano, come annunciato da diverso tempo. Che ne sarà dei nomadi che vivono lì?
Faranno esattamente come i cittadini italiani. Entreranno nel mercato delle abitazioni come tutti, senza alcun favoritismo. Questo è il nostro obiettivo.

Alcuni di loro vivono in condizione di difficoltà e non sono disonesti…
Per loro sono disponibili le politiche generali di cui dispongono già tutti gli italiani onesti, noi non facciamo differenze tra cittadini.

Tornando al progetto del ministro Maroni, c'è il rischio che si vada verso il ritiro del finanziamento al Comune di Milano?
Questa è solo un'ipotesi. Maroni intende capire esattamente quali sono le funzioni dei fondi che sono stati assegnati. Oggi è certo che non sono stati assegnati per regalare case. Non è così che avviene l'integrazione, ma facendo partecipare i nomadi al normale mercato delle abitazioni e del lavoro.

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