Storia di una start up eccessivamente fiduciosa e di Banco BPM
"Buongiorno, vi scrivo per raccontarvi quanto mi è accaduto (e mi sta accadendo) con la mia start up e una filiale di Banco BPM. La mia azienda, si occupa di comunicazione ed è sul mercato da più di due anni. A metà dello scorso anno, fiduciosi, abbiamo chiesto al nostro consulente, la possibilità di avere accesso ad un finanziamento per poter investire nella nostra società. Premetto che io e i miei soci, veniamo da famiglie di operai e impiegati, quindi tutto quello che abbiamo costruito è stato fatto senza spalle coperte, senza nessuna agevolazione e completamente con le nostre forze. Mi permetto anche di dire che nonostante i presupposti non fossero i migliori, siamo riusciti a farci strada nel mercato milanese, con molte difficoltà, ma con altrettanto spirito di dedizione. Eravamo molto felici di questo finanziamento e abbiamo iniziato a progettare il nostro futuro. Ci siamo accorti però quasi subito, che la banca (filiale di piazza Wagner), aveva palesemente deciso che la nostra azienda, non rientrava nelle loro priorità e i tempi hanno iniziato a dilatarsi. A febbraio, la nostra necessità è diventata impellente, in quanto la nostra realtà stava crescendo e quindi anche la nostra necessità di trovare una nuova sede. A quel punto ci confrontiamo con il nostro consulente, che ci dice di procedere con il nuovo contratto d’affitto in quanto il finanziamento sarebbe stato erogato in un paio di settimane. Errore nostro, quello di esserci fidati di persone che non hanno assolutamente a cuore i propri clienti. Da quel momento è trascorso più di un mese. Ci hanno convinti ad aumentare il fido (commissioni ovviamente a spese nostre), per far fronte ai pagamenti più urgenti, gli stipendi dei nostri ragazzi, che per noi sono prioritari. Oggi, ormai in una situazione drammatica, abbiamo dovuto per forza cercare di parlare con il direttore della filiale. Il signore in questione, di fronte alle mie richieste di spiegazioni, non solo non si è scusato, ma mi ha schernita e motteggiata ridicolizzando la mia persona e quello che gli stavo chiedendo. Questo atteggiamento è indicativo di come in questo paese, essere giovani e fare impresa, è praticamente un suicidio. Alla faccia dell’incentivare l’imprenditorialità giovanile e femminile (sicuramente ad un uomo, il signor direttore, non avrebbe parlato in quei termini). Spero che questa storia possa essere di vostro interesse e resto a disposizione in caso abbiate bisogno di ulteriori dettagli".
Cordiali saluti Eleonora Francesca Grotto Founder, Creative Director eleonora.grotto@earlybirdsadv.com