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Urro: "Ok le bandiere della pace per Gaza, ma raccogliamo farmaci"

Giovanni Urro, ex assessore in quota al Partito dei Comunisti Italiani, approva il gesto del comune di Sesto San Giovanni di esporre fuori dai palazzi il simbolo del no alla guerra, oltre a questo però chiede di fare qualcosa di maggiormente concreto

Il tema della guerra nella striscia di Gaza tra Israele e Palestina a Sesto San Giovanni, ma come in tutta la nazione, è particolarmente sentito. Giorni fa il comune ha deciso di esporre le bandiera delle pace, ora però l'ex assessore Giovanni Urro, in quota al Partito dei Comunisti Italiani, chiede di fare qualcosa di maggiormente concreto come la raccolta di farmaci.

“Il comune - spiega Urro - di Sesto ha deciso di esporre le bandiere della pace e ha chiesto ai cittadini di fare altrettanto. Bene! L’iniziativa è sicuramente encomiabile perché i simboli hanno ancora il loro valore. Ora però c’è bisogno di andare oltre, c’è bisogno di essere concreti. Inoltro, dunque, due semplici proposte che, peraltro, già diversi Comuni stanno attuando. Primo. In tutta Italia è partita la raccolta dei farmaci di prima necessità destinati alla popolazione civile di Gaza colpita dai bombardamenti. Sono diverse le ONG italiane in Palestina che si stanno muovendo in tal senso; molte fanno capo alla ONG Terre des hommes che in questo momento, per facilitare le operazioni, funge da centro di raccolta dei contributi. Si convochi subito anche a Sesto un tavolo con le farmacie comunali e private per organizzare la raccolta farmaci, anche senza alcun contributo diretto o indiretto del Comune ma solo con il suo fondamentale supporto tecnico per dare la possibilità ai sestesi di esprimere la loro solidarietà semplicemente recandosi presso il proprio farmacista di fiducia".

"Nel 2012 il comune di Sesto - si legge nel comunicato scritto dall'ex assessore -. ha dato il suo contributo per realizzare un asilo nella striscia di Gaza; oggi la ONG Vento di Terra che ha realizzato quell’intervento ha comunicato che l’asilo è stato distrutto dalle ruspe israeliane. Si chieda conto alle autorità di Israele di questo atto barbaro e insensato a danno di strutture per l’infanzia realizzate anche con denaro italiano! Lo Stato di Israele deve capire che i suoi crimini non restano impuniti. Solo così si possono evitare nuove aggressioni. Oltre le bandiere, costruiamo nel concreto la pace partendo dai bisogni degli ultimi”.

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