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Atm non trova autisti: trasferirsi a Milano costa troppo

L'ammissione dell'azienda che sta studiando soluzioni: accordi con residenze universitarie e prestiti per ottenere la licenza. E punta sulle donne, oggi troppo poche

Seicento assunzioni in Atm, puntando soprattutto alle donne per arrivare a una presenza femminile in azienda del 14 per cento contro l'8 per cento attuale. Ma anche eliminando eventuali differenze retributive tra generi a parità di posizione. Non a caso la campagna di assunzioni viene promossa valorizzando le figure femminili già presenti in azienda: «Per alcuni ambiti non è spiegabile la differenza tra numero di donne e di uomini che presentano il curriculum», ha spiegato Arrigo Giana, direttore generale di Atm, durante la commissione mobilità di Palazzo Marino.

L'ostacolo principale sembra però essere un altro. Ovvero il numero esiguo di curriculum che arrivano in azienda. Per qualunque qualifica, dagli autisti alle posizioni impiegatizie. Secondo Giana, il problema è il livello retributivo «non così basso» ma diverso da quello dei concorrenti privati, rispetto al costo della vita in una città come Milano che, evidentemente, scoraggia soprattutto chi vive altrove e dovrebbe trasferirsi nel capoluogo lombardo per lavorare in Atm.

Difficile ipotizzare un innalzamento delle retribuzioni. Per ovviare alla scarsità di candidature, Giana ha spiegato che Atm sta lavorando sui prestiti per ottenere l'abilitazione a guidare i bus (duemila euro), nonché su accordi con residenze universitarie per offire ai neo assunti una sistemazione economica, almeno per i primi tempi.

Bus elettrici entro il 2030

Ricarica wireless per i bus elettrici di Milano

Per il futuro più a lungo termine, l'azienda sta lavorando sulla conversione all'elettrico, con l'intera flotta (1.200 bus) entro il 2030, e intanto puntare sull'idrogeno attraverso il Recovery Fund, con almeno cinquanta bus a idrogeno rispetto ai tre attualmente presenti al deposito di San Donato, per di più di vecchia generazione. Ed infine una nuova app, che integri diversi servizi (pubblici e privati) complementari alla mobilità e che, soprattutto, comprenda in un unico ambiente le varie offerte di mobilità, non solo di Atm.

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