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Lunedì, 29 Aprile 2024
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A Milano la manifestazione per la trans picchiata dai ghisa (e un'agente le chiede scusa)

La manifestazione in piazza San Carlo. Le parole di un'agente di polizia locale

In piazza per Bruna. Domenica pomeriggio oltre cento persone si sono ritrovate in piazza San Carlo a Milano per manifestare solidarietà alla transessuale brasiliana colpita a manganellate dalla polizia locale mercoledì scorso durante un controllo. 

Tra i cartelli con la scritta 'Trans lives matter' e 'Tocchi una di noi tocchi tutte noi', presente anche Monica Romano, consigliera del comune di Milano e attivista dell'Acet, l'associazione per la cultura e l'etica transgender, tra gli organizzatori della manifestazione. "Quello a cui abbiamo assistito successivamente all'aggressione è stato un continuo scarica barile. Il sentimento forte che ci ha accompagnati in questi giorni è stato quello di essere soli a dover affrontare tutto questo", ha spiegato il presidente di Acet, Guglielmo Giannotta, che ha raccontato, a fronte dell'aumento di richieste di assistenza da parte di persone trans, di investire lo stesso numero di ore lavorative nell'attivismo "per non lasciarle in mezzo a una strada". 

Per la presidente dello sportello Trans 'Ala Milano', Antonia Monopoli, "gli abusi di potere sono all'ordine del giorno, implicitamente incoraggiati da una classe politica che si rifiuta di difendere le persone vittime di discriminazione. Siamo stanchi. Non vogliamo scuse, vogliamo provvedimenti esemplari. Sono preoccupata che così tante persone si schierino con i carnefici invece che con la vittima: vuol dire che il marcio è più profondo di quel che sembra ed è molto radicato nelle istituzioni". Le associazioni, tra cui anche i Sentinelli e il Cig Arcigay di Milano, hanno chiesto un tavolo permanente di lavoro con il comune di Milano per lavorare insieme sulla tutela e sull'implementazione del tenore medio di vita delle persone transgender, non binarie e di genere non conforme, "soprattutto in questo momento storico così difficile, nel quale la comunità trans è una delle comunità più sotto il mirino del governo attuale". 

Durante il presidio ha preso la parola anche Elena Mantovani, portavoce dell'associazione Famiglie Arcobaleno ma soprattutto agente di polizia locale. "Quando i miei figli erano piccoli dicevo loro di rivolgersi a chi indossava l'uniforme nel caso si trovassero in difficoltà. Non so se lo farei ancora", ha detto. "Oltre ad essere attivista - ha spiegato - sono agente di polizia locale. Vorrei poter dire che non siamo così e che la maggior parte di noi incarna il nostro motto: 'Nobis urbe commendant', a noi è affidata la città. Vorrei poter dire che tutti gli agenti conoscono bene il significato di questa frase" ma "sono ferita, addolorata e estremamente arrabbiata: voglio chiedere scusa a Bruna e a tutta la mia comunità". A chiusura del sit-in, la piazza si è unita in un flash mob: i presenti si sono seduti a terra con le braccia levate al cielo a palmi aperti al grido di "Basta abusi" ripetuto tre volte.

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