Bimba di nove mesi morta in casa: “Mangiava solo latte e camomilla”

Non mangiava e non beveva quanto avrebbe dovuto. E il suo corpo, dopo nove mesi di lotta, ha mollato. Secondo gli accertamenti del pm Cristian Barilli, sarebbe morta per “grave disidratazione” e “iponutrizione cronica e acuta”, Aurora, la bimba di nove mesi deceduta nella notte tra il 26 e il 27 febbraio scorsi in una casa di via Severoli a Milano. 

Quella notte, i genitori della piccola - trentasei anni lei, quaranta lui -, avrebbero chiamato i soccorsi soltanto tre ore dopo che la piccola era già morta e per lei naturalmente non ci fu più nulla da fare. Proprio madre e padre della bimba adesso potrebbero doversi difendere in tribunale dalle accuse di maltrattamenti in famiglia aggravati. 

Il pm, infatti, ha chiesto il rinvio a giudizio dei due, sostenendo che la bimba sia morta per un arresto cardiocircolatorio causato dalle precarie condizioni di salute dovute ad un nutrimento insufficiente ricevuto durante la sua brevissima vita. 

La piccola, secondo quanto ricostruito dagli inqurienti, sarebbe stata alimentata sempre o quasi con delle soluzioni di acqua, camomilla e latte. Secondo l'accusa, inoltre, la bimba in più occasioni sarebbe stata lasciata nella culla per diverse ore senza cambiare posizione. Dall'autopsia è emersa infatti una deformazione del cranio e una piaga sulla schiena provocata dalla mancanza di movimento, oltre a una dermatite causata dal fatto che il pannolino non veniva cambiato di frequente. Sono emersi, in più, anche danni ai polmoni provocati dell'ingestione dei liquidi e del cibo, che spesso assumeva quando era sdraiata. 

Il personale medico che era intervenuto durante le operazioni di soccorso quella notte aveva notato una piccola piaga da decubito sul corpo della bimba, alcuni segni di evidente malnutrizione e una generale scarsa igiene sia della piccola vittima, sia dell’abitazione.