In casa due chili e mezzo di droga e 26mila euro: arrestati due trafficanti di cocaina
Parte della droga era in una cassaforte. Indagata anche la moglie di uno degli arrestati
Avevano trasformato quella casa - un appartamento regolarmente affittato in via Golfo degli Aranci - nel loro “covo”. Lì, lavoravano e confezionavano la droga da consegnare poi agli spacciatori. Il tutto con la massima discrezione possibile, “tradita” soltanto da quella Fiat Bravo che un informatore della polizia ha riconosciuto come la loro auto. E proprio da quella macchina gli agenti della squadra mobile hanno ricostruito il puzzle, riuscendo - lunedì mattina - ad arrestare un albanese di venticinque anni e un connazionale di trentasette, suo cognato, ritenuti essere due trafficanti di cocaina.
Ricevuta la soffiata, i poliziotti si sono subito messi sulle tracce dei due e, dopo appostamenti e servizi di osservazione, hanno atteso il momento giusto per entrare in azione, che è puntualmente arrivato lunedì mattina.
Gli agenti, dopo aver visto il venticinquenne entrare e uscire rapidamente dall’appartamento, si sono qualificati e hanno scoperto che l’uomo aveva in una busta centododici grammi di cocaina. A quel punto, i poliziotti hanno perquisito l’abitazione dove hanno trovato una pressa idraulica da cinquanta chili - che lascia immaginare un traffico di stupefacenti ancora maggiore - e circa un chilo di droga.
La scoperta più sorprendente, però, è stata fatta all’interno di una cassaforte le cui chiavi erano nascoste sotto un mobile. Nella cassetta di sicurezza, infatti, gli agenti hanno trovato un chilo e mezzo di droga che sarebbe poi stata confezionata e venduta.
Nella casa dei due, dove vive anche la moglie del più giovane - una albanese ventottenne indagata a piede libero -, i poliziotti hanno poi trovato altri sessanta grammi di cocaina e ventiseimila euro in contanti, nascosti in un cassettone della camera da letto.
L’ingente quantità di cocaina - oltre due chili e mezzo - e l’enorme disponibilità economica fanno pensare che i due albanesi fossero figure intermedie tra trafficanti di primo piano e piccoli spacciatori, ai quali con ogni probabilità vendevano la loro droga.
