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Titolò "Bastardi islamici", il pm chiede una multa per Belpietro

Il giornalista titolò su "Libero" dopo gli attentati di Parigi di novembre 2015. Verso la conclusione del processo

Titolò "Bastardi islamici" su "Libero" in seguito agli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, che provocarono la morte di 137 persone: per questo il giornalista Maurizio Belpietro è a processo, in seguito alle querele presentate da circa una decina di persone musulmane, accusato di avere «pubblicamente offeso la religione islamica» con l'aggravante dell'odio razziale, secondo la Legge Mancino. Il pm di Milano Pietro Basilone ha chiesto che il giornalista Maurizio Belpietro venga condannato a pagare una multa di 8.300 euro. 

Il titolo è considerato dal pm «un insulto generalizzato a un miliardo e mezzo di fedeli islamici, molti dei quali vittime di attentati terroristici». L'aggravante dell'odio razziale, sempre per Basilone, è giustificato dalla consapevolezza di offendere. Di tutt'altro avviso la difesa del giornalista, ora direttore de "La Verità", secondo cui "islamici" è aggettivo di relazione del sostantivo "bastardi" e serviva unicamente a definire la matrice islamica degli attentati. «Quando scriviamo kamikaze islamici non intendiamo dire che tutti i musulmani sono kamikaze», è la linea di Belpietro.

Il giornalista aveva già avuto modo di raccontare che l'idea di quel titolo era venuta ricordando "Bastards" titolato da un giornale statunitense dopo l'attentato alle Torri Gemelle, e che in quel caso non era stato aggiunto nulla perché non era ancora chiara la matrice dell'attentato stesso. Un ragionamento che comunque non convince il pm, secondo cui nella lingua italiana l'aggettivo può anche essere premesso al sostantivo ma soprattutto che il titolo era facilmente interpretabile come un insulto e Belpietro non poteva non rendersene conto.

L'accusa ha chiesto dunque la condanna a 8.300 euro di multa, la difesa l'assoluzione perché il fatto non sussiste. Il Caim (Coordinamento delle associazioni islamiche) si è costituito parte civile chiedendo una provvisionale di 100 mila euro ed un risarcimento complessivo di 350 mila euro. La sentenza è calendarizzata per il 18 dicembre.

 

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