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Regionali, le firme restano in numero "monstre". Nasce gruppo ex alfaniani di centrodestra

In extremis i consiglieri di Lombardia Popolare che restano nel centrodestra creano un nuovo gruppo e così non raccoglieranno le firme per candidarsi

Per le elezioni regionali del 2018, le nuove liste dovranno raccogliere 20 mila firme ciascuna. Altrimenti non potranno presentarsi. Resta invariato il numero richiesto dalla legge regionale: la proposta di modificare questo punto, presentata dal Movimento 5 Stelle in extremis, non è passata. Forse anche perché - oltre alla diminuzione delle firme - i pentastellati chiedevano pure che tutte le liste, anche quelle già presenti in consiglio regionale, si mettesero a raccoglierle.

La legge dice infatti che i gruppi già presenti (escluso il misto e le sue componenti) sono esentati dalla raccolta di firme. Una chiara "barriera all'ingresso" che appare ingiustificata, soprattutto se si pensa che, se si voterà il 4 marzo, c'è tempo fino all'inizio di febbraio, meglio fine gennaio, per raccoglierle. E, visto che la raccolta va fatta su un programma scritto, un elenco scritto di candidati ed eventuali alleanze già stabilite, i tempi si accorciano ulteriormente. Un mese e dieci giorni, circa, al freddo e con le vacanze di Natale di mezzo. 

Una situazione, pari a quella nazionale dove però in proporzione le firme sono inferiori (anche se comunque tantissime), contro cui hanno protestato con un presidio i Radicali e Rifondazione Comunista, ma senza per ora successo. Anche se il Partito Democratico ha annunciato una proposta di legge regionale in extremis. Difficile che però venga approvata, ormai.

Maroni, il presidente uscente leghista, lo aveva del resto annunciato: "Se uno non ha il consenso, è un problema suo", aveva replicato alla richiesta di rivedere la normativa. Ma se la politica è l'arte di arrangiarsi, ecco che quattro consiglieri regionali (che, per dover di cronaca, hanno votato contro la diminuzione delle firme necessarie per le nuove liste) creano in extremis un nuovo gruppo in consiglio. 

Si tratta degli esponenti di Alternativa Popolare che resteranno nel centrodestra. Come si sa, a livello nazionale Ap (l'ormai ex partito di Alfano) si è sciolto consensualmente. Una parte (che terrà il nome Ap) si alleerà con il Partito Democratico, una parte (che terrà il nome Ncd) con il centrodestra. In Lombardia i quattro ex alfaniani che restano nell'alveo del centrodestra sono Raffaele Cattaneo, Luca Del Gobbo, Mauro Parolini e Alessandro Colucci. Dietro di loro, non in consiglio, Maurizio Lupi e Roberto Formigoni.

Il nuovo gruppo (Noi con l'Italia, si chiama) è così esentato dalla raccolta firme per le regionali del 2018. 

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