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A passeggio per le Cinque vie

Vicina a piazzale Cordusio e nei pressi di un incrocio fondamentale nella storia milanese... Il tour di questa settimana

DSCN0052-2Vicina a piazzale Cordusio e nei pressi di un incrocio fondamentale nella storia milanese, detto “delle 5 vie”, si apre una piazza una volta circondata dai ricchi possedimenti della famiglia Borromeo.

Giunti  a Milano come mercanti alla fine del Trecento  si conquistarono un nome inserendosi nelle vicende politiche della città fino ad arrivare a ricoprire cariche importanti; sono noti gli arcivescovi Carlo e Federico:  il primo, patrono della città,  è ricordato con una statua in rame eseguita da Bussola agli inizi del XVII secolo. La piazza prende il nome dalla chiesa dedicata a Santa Maria Podone, una delle più antiche di Milano fondata nell’879 su un terreno donato da un certo Vuerolfo Podone,  da cui il nome.

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Durante il XIV secolo la chiesa subì numerosi rimaneggiamenti da P.Solari per il conte Vitaliano Borromeo; la facciata a capanna con il motto Humilitas nel timpano dimostra come intervennero sia Carlo (fece eseguire dal suo architetto Pellegrino Tibaldi il campanile tuttora visibile) che  Federico che diede commessa a  Fabio Mangone per alcuni lavori nel 1626.  

L’interno è stato profondamente rimaneggiato tra il XVIII e il XIX secolo,  ma la ripartizione è rimasta come quella antica; le prime due cappelle ai lati opposti ricordavano i Borromeo: quella a destra, ora dedicata alla Sacra Famiglia e Santa Giustina (alla quale faceva risalire la sua discendenza Giacomo Vitaliani)  e la cappella a sinistra, più recente e ora dedicata al Crocefisso.

Itineraio delle 5 vie © Milanodavedere.it

Vi è anche una cappellina dedicata alla Madonna del Parto, con un affresco forse realizzato da Michelino da Besozzo, tra i più importanti artisti del Gotico internazionale. Opposto alla chiesa si trova  Palazzo Borromeo, forse il primo palazzo in cui visse la famiglia e ancora oggi parte integrante del loro patrimonio con la facciata in cotto a vista del XVII secolo.

Purtroppo i bombardamenti del 1943 distrussero buona parte del palazzo e degli altri edifici della famiglia costruiti nelle vicinanze; il palazzo era enorme e occupava tutto l’isolato: oggi se ne conserva una minima parte ricostruita da Reggiori nel dopoguerra.

Il portale ad arco acuto con decorazioni a vite e rami di quercia ha nella chiave di volta un dromedario coronato simbolo della pazienza e della devozione e per questo uno degli stemmi dei Borromeo. Oltrepassando il portale si accede a due cortili con alcuni resti quattrocenteschi degli affreschi e con le finestre strombate in cotto. Nel cosiddetto salone d’architettura si trovano poi ancora interessanti affreschi relativi ai giochi (dei Tarocchi, della Palma e della Palla) con cui si divertiva la nobile società all’inizio XV sec. probabilmente eseguiti da Michelino da Besozzo già attivo nella chiesa.

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