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Redazione

L’asilo nido, davvero un diritto?

Una mia amica ha deciso di fare un figlio e ora vuole tornare a lavorare: ma la bambina non è stata presa al nido comunale. Una storia molto personale, ma paradigma di una situazione in cui molte famiglie. Il nido privato? Un affare molto costoso…

Decidere di fare un figlio ormai è come imbarcarsi in una “mission impossible”, specialmente se dopo averlo svezzato cerchi di metterlo in  un asilo nido per tornare al lavoro e riappropriarti della tua vita e della tua carriera. E’ quello che è successo alla mia carissima amica A, una storia personale che mi tocca da vicino ma paradigma di una situazione in cui molte donne si ritrovano dopo aver messo al mondo un bimbo.

Lo scorso anno A ha dato alla luce V, una bimba simpaticissima che sorride sempre. V è  nata subito dopo che A ha completato la laurea specialistica in Filosofia: la mia amica ha deciso che prima di iniziare la sua carriera di lavoratrice, avrebbe fatto la mamma. Ma qualcuno ora la costringe a pentirsi…e vi spiego subito perché.

Coltivando la speranza di potersi cercare un lavoro adatto alle sue esigenze e di introdurre la sua piccola al mondo della socializzazione infantile, a gennaio A ha iniziato le pratiche per mettere la bambina al nido. Settimana scorsa la doccia fredda, la bambina non è stata presa in nessun nido comunale ed è in lista d’attesa (e ci tengo a precisare che la mia amica non naviga per niente nell’oro…come tanti giovani di oggi).

La sua unica possibilità ora è che qualche altro bambino dia forfait (quanti non è dato saperlo, perché non si sa a che punto della graduatoria si trova). Considerando la merce rara che è un posto al nido comunale, dubito fortemente che qualcuno mollerà il suo tanto ambito posto!

Anche volendo sorvolare sul fatto che il Comune di Milano e la Provincia dovrebbero garantire un numero di posti nei nidi in grado di soddisfare appieno la domanda (sorvolo solo per evitare di farmi venire un nocivo travaso di bile), vediamo che soluzioni sono rimaste alla mia amica.

L’alternativa è quella ovviamente di mandare la bimba ad un nido privato. A si è informata e queste le sconcertanti conclusioni: far accudire la piccola in un asilino privato fino alle 13 costa circa 500 euro, mentre per potercela lasciare fino alle 16 costa 720 euro. Si, avete capito bene: una ragazza di 26 anni e il suo compagno devono trovare il modo di sborsare la sorprendente cifra per poter lasciare la bambina fino alle 4 del pomeriggio, che peraltro non è neanche un orario così ideale per una donna che lavora.

Le soluzioni per A a questo punto (ovvero senza asilo comunale e con un privato costosissimo)? Rimanere a casa lei e occuparsi della bambina, posticipando  ancora il suo ingresso nel mondo del lavoro e privando la piccola della compagnia costante di altri bambini. Altrimenti, cercare un lavoro (anche da 1000 euro) il cui reddito servirà quasi completamente per finanziare la costosa retta scolastica e anche qualche ora di baby sitting magari: lo sappiamo tutti benissimo che un lavoro anche impiegatizio normale generalmente va dalle 9 alle 18 e se la bambina esce alle 16 qualcuno dovrà pure andarla a prendere no?

I giovani futuro del Paese??? Questa caxxxxa l’ho sentita dire già troppe volte…ed è costantemente smentita dalla realtà e dai fatti concreti!

Nel frattempo…Buona Città!
S.
 

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