rotate-mobile
Politica

Biotestamento, accordo nel Pd ma manca il numero legale

Il dibattito rimandato a giovedì. In aula si discute la versione "soft": il Comune non custodirà direttamente il registro delle ultime volontà, i cittadini dovranno rivolgersi a un medico o notaio

Il biotestamento, cioè il registro sul quale lasciare le proprie volontà su donazione di organi, cremazione o dispersione delle ceneri, ha iniziato l'iter della discussione in aula a Palazzo Marino giovedì pomeriggio. Ma è mancato il numero legale e tutto è stato rimandato a giovedì. Il centrosinistra. La maggioranza di centrosinistra si era accordata per una versione "soft" soprattutto su un punto: il comune non potrà fisicamente custodire le dichiarazioni dei cittadini. Custodirà invece un registro che attesta che il singolo cittadino ha depositato la sua dichiarazione altrove, ad esempio presso un medico o un notaio.

La versione "soft" era stata avallata dalla segreteria generale del comune: c'era il rischio che sorgessero problemi con il garante della privacy. Dopo l'iter in commissione, con due delibere d'iniziativa popolare e una di iniziativa dei consiglieri accorpate, era stato scritto un "maxi emendamento" presentato da Marilisa D'Amico (Pd), dal suo collega di partito Marco Cormio (area cattolica) e dal radicale Marco Cappato.

Il "maxi emendamento" aveva trovato il favore dei cattolici del Pd, che in consiglio comunale sono tre: oltre a Cormio, il vicecapogruppo del Pd Andrea Fanzago e Rosario Pantaleo. In aula, lunedì sera, durante il dibattito il centrodestra ha giudicato inutile una delibera che va ad occuparsi di temi di carattere nazionale "senza alcuna valenza giuridica", secondo le parole di Alan Rizzi e Matteo Forte (Pdl). Nel Popolo della libertà, comunque, per evitare spaccature tra l'anima più liberal e gli altri consiglieri come per il registro delle unioni civili (quando Tatarella e Pagliuca votarono a favore), è stato scelto di non partecipare al voto. La Lega Nord è invece spaccata: Alessandro Morelli è per il no, Igor Iezzi per il sì. Infine il Movimento 5 Stelle è favorevole all'introduzione del testamento biologico.

"Avremmo voluto fare di più", ha chiosato Lamberto Bertolè, capogruppo del Pd, parlando della mediazione che ha portato alla decisione di non attivare un registro diretto da parte del comune di Milano. Per Marco Cappato è "un fatto positivo passare dal nulla al riconoscimento di una possibilità".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Biotestamento, accordo nel Pd ma manca il numero legale

MilanoToday è in caricamento