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Cronaca Porta Magenta / Corso Vercelli

Armati, violenti e pericolosi: arrestati tre rapinatori, in tre mesi colpi da 300mila euro

Sono i responsabili dei colpi alle poste di viale San Gimignano e alla famosa gioielleria Verga

Il quattro aprile, poco prima di mezzogiorno, erano entrati nella storica gioielleria Verga di corso Vercelli, centro città, e l'avevano svaligiata, riuscendo a fuggire con orologi per un valore di oltre 220mila euro. Il nove giugno, alla stessa ora, avevano invece colpito all'ufficio postale di viale San Gimignano: un blitz di pochi secondi, studiato nei minimi dettagli, che aveva fruttato loro altri 68mila euro

Colpi da 300mila euro: rapinatori arrestati

Quello stesso pomeriggio, però, a casa loro erano arrivati gli agenti della Squadra Mobile di Milano che avevano fatto scattare le manette per i tre della banda con l'accusa di rapina pluriaggravata. Un'accusa che adesso si raddoppia perché la stessa Mobile, su richiesta dal pm Marcello Musso, ha consegnato ai tre una seconda richiesta di custodia cautelare in carcere per il colpo da Verga. 

Video | Due minuti per rubare 220mila euro di orologi

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Colpo alla gioielleria Verga: presi i rapinatori

I destinatari dell'ordinanza sono Raffaele Bonavolontà - trentaquattro anni, di Melito di Napoli, con precedenti per rapina, associazione mafiosa e spaccio -, Luigi Ascioni - ventidue anni, anche lui napoletano e anche lui con precedenti per rapina - e Gennario Di Biase - ventiquattro anni, stessa città d'origine e stesso "curriculum" degli altri due. 

Rapina in corso Vercelli (foto Gemme/MilanoToday)

I tre, secondo le ricostruzioni degli uomini guidati da Lorenzo Bucossi, lo scorso quattro aprile avevano rubato ventidue orologi - valore sul mercato di oltre 220mila euro - dall'orologeria Verga. Uno di loro si era presentato all'ingresso ben vestito e con una maschera sul volto, mentre gli altri - casco in testa e pistola in pugno - avevano fatto irruzione nella gioielleria, avevano sfondato le teche con alcune mazze ed erano fuggiti con il bottino.

A interromperli durante il colpo era stato l'arrivo di una Volante, allertata da un cittadino che aveva assistito alla scena. Senza l'intervento dei poliziotti, che li avevano costretti a fuggire dal retro, la banda avrebbe avuto accesso completo alla cassaforte e avrebbe potuto mettere a segno una rapina milionaria.  

Rapinatori arrestati: traditi da uno scooter

Già quel giorno, le telecamere avevano ripreso i due scooter - risultati rubati - a bordo dei quali i banditi erano fuggiti dopo il colpo. 

Quegli stessi mezzi avevano portato gli investigatori in via d'Alviano - Di Biase viveva lì vicino -, restringendo il campo di ricerca dei poliziotti alla zona di Lorenteggio.

Proprio mentre le indagini si concentravano su di loro - un uomo della banda era stato visto tornare nel posto in cui i motorini erano parcheggiati per controllare che fossero ancora funzionanti - i tre erano entrati nuovamente in azione. 

La rapina alle Poste e l'auto venduta

Il nove giugno mattina, i rapinatori erano riusciti a entrare nell'ufficio postale di viale San Gimignano durante l'orario di chiusura e rubare 68mila euro in contanti. I tre, proprio come la mattina del quattro aprile, si erano travestiti e - forse sapendo di essere "controllati" - si erano costruiti un alibi. 

Di Biase, infatti, aveva dato appuntamento ad una donna - proprio all'orario della rapina - per la vendita di un'auto. Ed effettivamente - come ricostruito dalla polizia - terminato il colpo in viale San Gimignano, i rapinatori avevano sfrecciato in motorino fino al luogo dell'incontro e avevano portato a termine l'affare. 

Video | La rapina alle Poste di viale San Gimignano

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Quello stesso pomeriggio, però, i tre erano stati "stanati" e arrestati dalla polizia, che ormai sapeva tutto di loro. A casa loro, gli agenti avevano trovato i vestiti usati per le rapine e i soldi dell'ultimo blitz alle Poste. 

Tra i due colpi, stando a quanto accertato dalla Mobile, lo stesso Di Biase - l'unico che viveva stabilmente a Milano - aveva comprato due scooter e un'Audi A1, mentre Bonavolontà aveva celebrato il suo matrimonio a Napoli. In prima fila, in chiesa, c'erano proprio gli altri due componenti della banda. 

Foto: i tre rapinatori insieme al matrimonio

I tre rapinatori al matrimonio

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