Rock City, la grande stagione del rock in mostra a Milano
La grande stagione del Rock a Milano, dagli anni '80 al 2000, diventa protagonista di una mostra a Milano da Après Coup a cura di Luigi Pedrazzi, con le fotografie di Massimo Barbaglia, Gigliola di Piazza, Bruno Marzi e Angelo Redaelli.
La Milano del rock
La Milano da bere si imponeva al mondo come una delle “ piazze” più affascinanti, dove la musica ed il teatro dialogavano con la moda e la fotografia, con un pubblico sempre numeroso e competente. Così Madonna all’apice del successo si aggirava in via Montenapoleone con Naomi prima dello show mentre nei locali e nei ristoranti si incrociavano Prince o Peter Gabriel, David Bowie o Sting, mentre Miles Davis se ne stava rintanato nel suo residence prima del concerto, e Rudolf Nureyev dormiva a casa di amici.
I capiservizio dei grandi quotidiani della città dovevano trovare in cronaca lo spazio per tutti e la fotografia diventava spesso lo strumento migliore per rendere una emozione, per descrivere l’entusiasmo o la delusione, per carpire l’attimo del successo. Il mondo era analogico e le fotografie erano bellissimi rettangoli di cartoncino, spesso in bianco e nero, che prendevano vita la notte prima, dopo lo spettacolo, nelle camere oscure di strani stregoni che tra liquidi, bacinelle e luci soffuse passavano la notte a “scrivere” con il loro alfabeto la cronaca degli spettacoli, spesso più di uno ogni notte, che il loro occhio meccanico aveva registrato in una memoria lunga e arrotolata, di appena 36 parole.
Massimo Barbaglia, Gigliola Di Piazza, Bruno Marzi e Angelo Radaelli, veri e propri li stregoni che in quegli anni quasi ogni sera si sono mossi nella città alla caccia di uno sguardo, un suono, una parola. Ecco che allora Rock City diventa la storia di una città e dei suoi narratori occulti, la cronaca senza fronzoli di una istantanea al buio, la suggestione di un periodo irripetibile e lontano, che ci restituisce intatta l’irresistibile energia che scorreva in quegli anni nelle vene di Milano, the Rock City.
La mostra vuole inoltre ricordare Gigliola Di Piazza a due anni dalla sua prematura scomparsa, attraverso le sue fotografie stampate di notte, quella galleria di sguardi e di volti dei tanti artisti che Gigliola ha saputo cogliere