"Giorgio Strehler alla Scala", la nuova mostra
Dal 5 novembre, nell’ambito della mostra diffusa “Strehler e i palcoscenici milanesi” coordinata con il Piccolo Teatro, il Teatro presenta “Giorgio Strehler alla Scala”, articolata in due sezioni. “Strehler, il gesto e lo spazio” è la parte fisica della mostra, curata da Vittoria Crespi Morbio e visitabile nelle sale del Museo. “Il soffio del vero poetico” è invece un viaggio attraverso gli spettacoli strehleriani alla Scala curato da Franco Pulcini negli spazi virtuali creati da Punto REC con le voci di Luca Micheletti e Andrea Jonasson.
Del comitato scientifico fanno parte il Sovrintendente e Direttore artistico Dominique Meyer, il Direttore editoriale del Teatro Franco Pulcini, il Capo ufficio stampa Paolo Besana, il docente di Storia dello Spettacolo dal vivo Università degli Studi di Milano Alberto Bentoglio e la storica della scenografia d’opera Vittoria Crespi, mentre il coordinamento generale è affidato alla Direttrice del Museo Teatrale Donatella Brunazzi.
La mostra al Museo Teatrale e nel Ridotto dei Palchi: “Strehler, il gesto e lo spazio”
Vittoria Crespi Morbio cura un percorso espositivo allestito da Valentina Dellavia con la grafica di Giorgio Fioravanti (le foto per il catalogo sono di Francesco Maria Colombo) dedicato al rapporto del grande uomo di teatro con scenografi e attori/cantanti. La prima sezione (“lo spazio”) è ospitata nelle sale del Museo e della Biblioteca Livia Simoni e intende illustrare l’arte di Giorgio Strehler attraverso la sua concezione dello spazio scenico e dunque il suo rapporto con gli scenografi. Il visitatore ripercorre gli esordi di Strehler.
I bozzetti di Leonor Fini, Giulio Coltellacci e Gianni Ratto testimoniano la ricerca estetica della “bella scena” e la funzionalità dei cambiamenti a vista. Con l’avvento di Luciano Damiani e Ezio Frigerio avviene una rivoluzione: la scena diviene luogo ora astratto ora nostalgico del reale. Ricostruzioni sceniche, fotografie e costumi rivelano due antitetiche identita? che si alternano nel corso degli anni, perche? sono i due volti dell’anima di Strehler e lo spirito contraddittorio del suo teatro.
La seconda sezione (“il gesto”) si articola in una serie di pannelli fotografici ospitati dal Ridotto dei Palchi che colgono Strehler nell’atto di creare insieme agli attori/cantanti il gesto scenico. Strehler non «guida» l’attore, non si limita a insegnargli come muoversi in scena. Lo investe di sé, incarnandosi nel personaggio. Flaubert diceva: Madame Bovary c’est moi. Strehler potrebbe dire lo stesso di tutti i suoi personaggi. Si è immedesimato con violenza in Macbeth, Simon Boccanegra, Don Giovanni, ma pure in una pettegola comare di Windsor, o in un soldato nel Cappello di paglia di Firenze. Un metodo registico che coincide con questa immedesimazione e questa violenza.