"Ferito a morte" al Piccolo Teatro racconta il tempo della giovinezza
Debutta oggi, martedì 17 gennaio al Piccolo Teatro Strehler, Ferito a morte, spettacolo di Roberto Andò firmato dallo scrittore Emanuele Trevi.
L'opera porta in scena un racconto che dura il breve arco di una mattina, ma che si dipana attraverso undici anni di vicende, dal 1943 al 1954. Una polifonia di punti di vista, personaggi, voci, dialoghi, descrizioni e storie che hanno come palcoscenico Napoli, la città che «ti ferisce a morte o t’addormenta». Un romanzo, ormai un classico della letteratura italiana, sulla lotta tra natura e storia, sugli amori mancati, sui ritorni e i rimpianti, ma anche un capolavoro di stile, di suono e di musica in cui, come ammette l’autore, «il vero protagonista è il tempo: il tempo della giovinezza».
Il regista
Roberto Andò affronta Ferito a morte di Raffaele La Capria, Premio Strega nel 1961, in una versione per il teatro creata da Emanuele Trevi, vincitore dello stesso riconoscimento a sessant’anni di distanza. «Come ogni racconto del tempo che passa – spiega il regista – il romanzo di La Capria, in modo del tutto originale e unico, e? attraversato dai fantasmi della Storia.
Il fallimento della borghesia meridionale
In questo senso e? anche un libro sul fallimento della borghesia meridionale, sul marciume corrosivo del denaro, sullo sciupio del sesso, sul disfacimento della citta? all’unisono con chi la abita, sulla logorrea e la megalomania, sul piacere di apparire e fingersi diversi da come si e?. Soprattutto e? una storia, come ha scritto Leonardo Colombati, che non ha principio ne? fine.
Per adattare (parola che da sempre mi sembra imprecisa o inadeguata) questo grande romanzo al teatro ho chiesto l’aiuto di uno scrittore come Emanuele Trevi, da sempre dedito nei suoi bellissimi libri a riportare in vita ciò che e? scomparso, a riacciuffare quel punto della vita che altrimenti sarebbe condannato a svanire per sempre».
Biglietti
E' possibile acquistare i biglietti sul sito dedicato.