"Questa immensa notte" in scena al teatro Filodrammatici dal 3 all’8 febbraio
Il ritratto di due donne che provano a ricominciare. Quando Loredana è rilasciata dal carcere, va alla ricerca della sua amica Mary. Se le due donne in prigione condividevano ogni cosa, ora la loro amicizia, che un tempo le proteggeva, rischia di soffocare quella fragile libertà che hanno ritrovato. Anche se sono "fuori", hanno il carcere nella testa. Due fragilità che cercano di sostenersi falliranno. Sanno solo mentire per nascondere il lato peggiore di sé o per proteggerlo. Riescono solo a scannarsi. O forse due donne insieme riescono a ritagliarsi un piccolo angolo di giardino, dove per un'ora al giorno batte anche il sole.
Il carcere nella testa. Anche quando sei fuori, sei marchiata: hai il carcere nella testa. Queste due donne hanno storie comuni alla maggior parte delle carcerate. Sono vittime assassine, madri tossicomani o alcoliste; hanno storie infantili di abbandono. Dentro, in prigione, gli è scivolata via la femminilità: sono diventate fantocci. Nonostante ciò non hanno perso dignità.
Quando escono il mondo le respinge. Per loro il carcere assume una dimensione uterina, protettiva: è un richiamo, una possibilità di fuga. Non sanno affrontare il mondo perché per loro è un incomprensibile meccanismo che le stritola. Un mondo insopportabile perché è pieno di McDonald dove ci sono vecchiette con mani incartapecorite come zampe di passeri che mangiano un hamburger da sole. E viene voglia di morire. Il monolocale nella periferia della grande città senza nome dove le due donne si sono rifugiate, uscite di prigione, in realtà non ha pareti. Lì dentro non sanno far altro che rivivere le relazioni carcerarie. Sono amiche, madre e figlia, amanti, sorelle, nemiche... il carcere lo hanno nella testa. I loro ritratti sono iper-realistici. Sotto una spietata lente di ingrandimento appaiono squadernate le loro fragilità. Quelle fragilità che sono l'origine delle loro colpe. Unghie tinte da smalto sbrecciato che grattano contro i muri. Muri mentali. Eppure dentro a queste vite slabbrate, sbandate, sconce e disperatamente perdenti, c'è ancora ironia. La capacità di vedersi dall'esterno, di comprendere il proprio fallimento, ma di riderci su, di far le pagliacce tra sorrisi e lacrime che colano di rimmel da pochi soldi, ridere a squarciagola, anche se hai perso un dente per un pugno.
Due fragilità che cercano di sostenersi l'una con l'altra non possono che fallire. Due fragilità chiuse in una stanza fanno solo emergere il lato egoista di sé, per difendersi. Sanno solo mentire per nascondere il lato peggiore di sé o per proteggerlo. Riescono solo a scannarsi.
O forse no.
O forse due donne insieme riescono a ritagliarsi un piccolo angolo di giardino, in quel monolocale di periferia, dove per un'ora al giorno batte anche il sole. (Laura Sicignano)
Chloë Moss è una drammaturga inglese nata nel 1976 a Liverpool. Lo spettacolo Questa immensa notte (This Wide Night) è stato rappresentato per la prima volta a Londra nel 2008 e nel 2009 ha vinto il Susan Smith Blackburn Playwriting Prize.
3 - 8 febbraio 2015
Questa immensa notte
di Chloë Moss | traduzione di Eliana Amadio e Laura Sicignano
regia di Laura Sicignano | con Orietta Notari, Raffaella Tagliabue
scene di Laura Benzi | costumi Maria Grazia Bisio |
produzione Teatro Cargo
INFO E PRENOTAZIONI
Tel. 02.36.72.75.50
ORARI SPETTACOLI
martedì, giovedì, sabato ore 21.00 | mercoledì, venerdì ore 19.30 | domenica ore 16.00
PREZZI
intero 20 euro
convenzionati 16 euro
under 25 13 euro | over 65 10 euro