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"Chi non ha soldi per un computer non può studiare": a Milano la protesta contro la didattica a distanza

La rete 'No Dad' occupa simbolicamente la sede del Miur chiedendo la riapertura in sicurezza delle scuole a settembre: "Servono tamponi al personale e investimenti nella cultura"

"Ci sono famiglie che non hanno soldi per un computer o semplicemente spazio in casa per far seguire le lezioni online ai ragazzi. La didattica a distanza, non ha fatto altro  che creare disparità sociali tra gli studenti ricchi e quelli meno abbienti. Questa non è scuola". A dirlo sono i ragazzi della rete 'No Dad' (No alla Didattica a distanza), che giovedì 18 giugno hanno simbolicamente - e pacificamente - occupato la sede milanese del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) per chiedere certezze sulla riapertura degli istituti scolastici a settembre.

"Anzitutto le istituzioni devono garantirci che gli alunni possano rientrare in sicurezza - spiegano i manifestanti -. Per questo servono test sierologici per il personale docente e non docente. Poi c'è la questione delle date. Non vogliamo che la didattica a distanza diventi una prassi, perché ha creato divari socio-economici notevoli, non solo tra le famiglie a basso reddito, ma anche tra gli stranieri e i portatori di disabilità. La scuola è un diritto che dev'essere garantito e servono investimenti immediati. Non si può pensare sempre di abbandorare a se stessi i settori che non producono lucro economico, come già successo alla sanità pubblica. Le conseguenze le abbiamo viste tutte durante la pandemia di Covid-19".

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