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Coronavirus

Covid e zona rossa, si possono invitare a casa parenti e amici?

La risposta è no. Non in zona rossa, almeno. E' invece possibile (ma "fortemente raccomandato" non farlo) nelle Regioni a minor rischio (zona gialla)

Si possono invitare a casa parenti e amici durante il lockdwn "morbido" in vigore venerdì 6 novembre in Italia, con regole differenziate a seconda dell'entità dell'emergenza Covid? In Lombardia e nelle altre Regioni della zona rossa no. Nel primo giorno di lockdown, i cittadini sono alle prese con la lettura del Dpcm, che sarà accompagnata da una circolare interpretativa del Ministero dell'Interno come da prassi, per "guidare" nella corretta interprtazione delle norme.

Ma, sul punto in questione, da interpretare sembra esserci davvero poco. Il Dpcm differenzia le misure a seconda del livello di rischio pandemico: la Lombardia, come sappiamo, è stata classificata nel livello di rischio più alto (non senza polemiche da parte del governatore Attilio Fontana), la cosiddetta zona rossa, insieme al Piemonte, alla Valle d'Aosta e alla Calabria, a cui si è poi aggiunta la provincia autonoma di Bolzano.

Per la zona rossa vale l'articolo 3 del Dpcm, che non menziona affatto le feste e i ricevimenti casalinghi, che al comma 4, lettera a, recita:

E' vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori di cui al comma 1 (le Regioni, n.d.r.), nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori di cui al comma 1 è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del presente decreto;

L'enunciato è chiaro: i lombardi, tranne che per le situazioni di necessità, le esigenze lavorative e i motivi di salute, non possono uscire di casa. Quindi non possono nemmeno recarsi a casa di amici, parenti, conoscenti, salvo che questa non sia una situazione di necessità come l'assistenza ad un disabile. A chiarire ancora meglio la questione ci pensa il comma 5 dello stesso articolo, che recita:

Le misure previste dagli altri articoli del presente decreto, si applicano anche ai territori di cui al presente articolo, ove per tali territori non siano previste analoghe misure più rigorose.

Il dubbio era venuto a molti perché, all'articolo 1, comma 9, lettera n, il decreto statuisce che «è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». E "fortemente raccomandato" non significa "vietato". Ma questo vale solo per l'articolo 1, cioè per tutto il territorio nazionale (le Regioni in zona cosiddetta gialla), e comunque solo fino alle 22 perché poi scatta il coprifuoco.

In zona rossa vale l'articolo 3, con i commi che da una parte vietano ogni spostamento anche «all'interno dei medesimi territori», quindi anche (per esempio) dentro il proprio Comune, salvo ovviamente la necessità, e dall'altra parte escludono l'applicazione delle misure meno rigorose.

In sintesi estrema: a Milano e in Lombardia, durante questo lockdown "morbido", non si potrà ritrovarsi tra amici, parenti e conosceni nelle abitazioni.

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