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Il documento del Welfare

In Lombardia si parla di nuovo di covid: cosa dice l'ultima circolare

Il direttore del Welfare ha firmato un documento con varie raccomandazioni

Negli ultimi giorni a Milano e in Lombardia il tema covid è tornato presente grazie a una circolare dell'assessorato regionale al Welfare. Non c'è una particolare preoccupazione allarmistica sulla questione ma sì l'interesse a farsi trovare preparati per evitare il propagarsi di qualsiasi contagio. 

A toccare concretamente il tema è una circolare firmata dal direttore generale Welfare Giovanni Pavesi. Il documento è stato inviato alle Ats, Asst e Irccs e contiene una serie di indicazioni e aggiornamenti per la protezione dei soggetti fragili all'interno delle strutture ospedaliere e delle Rsa. L'obiettivo è quello di mantenere alta l'attenzione raccomandando l'utilizzo di mascherine per la difesa dai virus respiratori.

Cosa dice la circolare sul covid

Nel dettaglio la circolare regionale rilancia una ministeriale - la 0025613-11/08/2023-DGPRE-DGPRE-P, "Aggiornamento delle misure di prevenzione della trasmissione di Sars-CoV-2” - che aggiorna le indicazioni in merito all’isolamento dei pazienti covid. Il documento è diviso in sette punti e in ciascuno si elencano alcune raccomandazioni da applicare.

"In premessa - si legge nella circolare - si ricorda che i cittadini positivi al covid non devono assolutamente entrare in contatto con i pazienti fragili e frequentare gli ospedali. Inoltre nelle strutture ospedaliere e nelle Udo SocioSanitarie è necessario garantire l’isolamento per eventuali pazienti positivi a Sars-CoV-2".

A) Criteri per l'esecuzione del tampone per Sars-Cov2 nei pazienti ricoverati

Al punto A vengono fornite le indicazioni relative all'esecuzione del tampone (antigenico o molecolare) per Sars-CoV2, indipendentemente dalla valutazione clinica e dalla prescrizione di una terapia antivirale o monoclonale.

1. Ricoveri da pronto soccorso

  • a. Tutti pazienti con sindromi respiratorie e sintomatologia febbrile non altrimenti spiegabili.
     
  • b. In pazienti asintomatici al momento del ricovero in reparti in cui sono ricoverati individui immunocompromessi o a rischio di sviluppare forme più gravi di covid-19 (in particolare ematologia, oncologia, trapianti, malattie infettive, patologie della gravidanza) o in Terapia intensiva (senza però che il tampone ritardi - con rischio per il paziente - la presa in carico).
     
  • c. Ai reparti di ostetricia, visto il maggiore rischio di complicanze per la madre ed il neonato.

2. Test prima di procedure chirurgiche in elezione o accesso al ricovero programmato in degenza ordinaria

  • a. Tutti i pazienti con sintomi respiratori e/o febbrili non altrimenti spiegabili.
     
  • b. In pazienti asintomatici secondo le indicazioni dei clinici (ovvero secondo buona pratica clinica) e comunque per ricovero in reparti in cui sono ricoverati individui immunocompromessi o a rischio di sviluppare forme più gravi di covid-19 (in particolare ematologia, oncologia, trapianti, malattie infettive) e ai pazienti che potrebbero essere a maggior rischio di complicanze dopo l'intervento chirurgico (patologie della gravidanza, pazienti immunodepressi, terapia cortisonica, farmaci antitumorali, trattamenti con radiazioni). 
     
  • c. Per i pazienti dializzati con accesso frequente la direzione sanitaria individua tempistiche di ripetizione del tampone sulla base dell'andamento epidemiologico, del numero di accessi, e delle caratteristiche strutturali e organizzative dell'ospedale.
     
  • d. Ai reparti di ostetricia, visto il maggiore rischio di complicanze per la madre ed il neonato.

3. In pazienti ricoverati.

  • Non è necessario ripetere il test durante la degenza se il paziente/ospite non presenta sintomi di nuova insorgenza potenzialmente riconducibili a covid-19. Resta ferma la gestione dei contatti così come prevista nelle indicazioni ministeriali. In caso di comparsa durante la degenza di sindromi respiratorie o di un quadro febbrile non altrimenti spiegabile.

4. Trasferimenti tra reparti

  • Il tampone deve essere eseguito quando si trasferisce un paziente in un reparto dove sono ricoverati pazienti immunodepressi (in particolare ematologia, oncologia, patologie della gravidanza, trapianti, terapia intensiva).

5. Trasferimento in Unità di offerta residenziale socio-sanitaria (Rsa, Rsd)

  • Il trasferimento è possibile in caso di test negativo e scomparsa dei sintomi, salvo alcune fattispecie di pazienti già positivi in Udo SocioSanitarie che rientrano dopo un accertamento diagnostico e previa possibilità di gestione in struttura. È sufficiente l’esecuzione di un test antigenico.

B) Utilizzo mascherina in ospedale e Udo ss, in comunità e igiene delle mani

1. In questo punto la circolare si 'giustifica' e rimanda a quanto stabilito da alcune ordinanze ministeriali. Poi spiega che è obbligatorio indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie per i lavoratori, per gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie all'interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni sanitarie delle strutture sanitarie stesse.

L'obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socioassistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali (di cui all'articolo 44 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017).

2 Nei reparti delle strutture sanitarie diversi da quelli indicati al comma 1 e nelle sale di attesa, la decisione sull'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle direzioni sanitarie, che possono disporne l'uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria

3. Non sono previste analoghe misure per quanto riguarda i connettivi e gli spazi ospedalieri comunque siti al di fuori dei reparti di degenza.

"Si specifica - si legge nel documento - che al fine di prepararsi alla gestione di virus respiratori della stagione autunnale ed invernale, anche in merito ai reparti individuati al comma 2 (con particolare attenzione ai pronti coccorso) e negli ambulatori dedicati a pazienti fragili è raccomandato l'utilizzo della mascherina fermo restando la possibilità di modulare 'in forma restrittiva' l'applicazione da parte della direzione sanitaria in relazione alle caratteristiche della propria struttura. In particolare per gli operatori è raccomandata nei momenti di attività assistenziali che prevedono un contatto diretto con i pazienti".

C) Accesso per assistenza continuativa oltre l'orario di visita in strutture sanitarie o sociosanitarie 

Oltre a rimandare a precedenti note regionali, la circolare precisa che la procedura di esecuzione di tamponi ai caregiver sono applicabili agli stessi reparti identificati dalle strutture come illustrato ai punti precedenti: assistenza continuativa (anche oltre l’orario di visita) da parte dei caregiver ai pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere o ospiti nelle strutture residenziali territoriali. Possono prestare assistenza continuativa, anche notturna, con accesso libero, durante tutto l'episodio di ricovero, i caregiver delle seguenti categorie di pazienti: a) minorenni; b) donne ricoverate per parto, puerperio o complicanze della gravidanza; c) condizioni di fine vita.

Per tali caregiver è fatto solo obbligo una frequente igiene delle mani e l'utilizzo della mascherina, preferibilmente FFP2, da indossare durante tutta la permanenza. Quanto sopra vale anche per l'assistenza continuativa ai pazienti ricoverati con test positivo a Sars- Cov-2, utilizzando la medesima tipologia di dispositivi di protezione individuale utilizzati dal personale infermieristico. Per tutte le altre categorie di pazienti, diverse dai punti a), b) e c), la direzione sanitaria è tenuta a garantire ai caregiver che ne facciano richiesta la possibilità di prestare assistenza continuativa ai pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere o residenziali territoriali. Per tali categorie è esclusa l'assistenza continuativa ai pazienti ricoverati con test positivo a Sars-Cov-2.

Per permettere l’assistenza continuativa da parte del caregiver a tali categorie di pazienti - è fatto obbligo per il caregiver: l'utilizzo della mascherina, preferibilmente FFP2, durante tutta la permanenza; l'assenza di sintomi respiratori; l'esecuzione di test antigenico per SarS-Cov-2 con esito negativo al primo ingresso e, successivamente, ogni 7 giorni per tutta la durata della degenza; il test qualora non già eseguito dal caregiver nelle 48 ore antecedenti l’ingresso può essere effettuato a carico della struttura; è preferibile che il caregiver sia sempre la stessa persona e che sia in regola con il ciclo vaccinale (ciclo primario + dose booster o secondo booster).

D) Gestione dei pazienti positivi in strutture sanitarie o sociosanitarie

Per quanto riguarda le persone con diagnosi confermata di covid-19 ricoverate in ospedale oppure ospiti di Udo SocioSanitaria (es rsa/rsd) il documento rimanda alle norme fin qui applicate, attivando quindi percorsi di isolamento dedicato. Nulla varia rispetto alla definizione di guarigione in essere.

E) Raccomandazioni per operatori sanitari positivi

Considerato il continuo contatto con pazienti fragili suscettibili alle forme gravi di covid-19, gli operatori sanitari positivi a covid-19 non devono avere contatto con pazienti né avere contatti con colleghi. Tale condizione potrà terminare non appena un test antigenico o molecolare risulti negativo (se sintomatici, eseguito dopo 48 ore dalla scomparsa dei sintomi).

F) Raccomandazioni per operatori contatto di caso

Poiché la circolare ministeriale prevede che per i contatti di caso "nel corso di questi giorni è opportuno che la persona eviti il contatto con persone fragili, immunodepressi, donne in gravidanza". La Regione Lombardia richiama il ruolo del medico competente, della direzione sanitaria e del medico responsabile di rsa o rsd per la gestione nella struttura degli operatori contatti di caso con la raccomandazione di mantenere quanto previsto dalla circolare ministeriale; ovvero un periodo di auto-sorveglianza, che termina al 5 giorno, mediante effettuazione di tampone da eseguirsi ogni giorno per 5 giorni. Attenzione particolare deve essere mantenuta nei reparti in cui sono ricoverati individui immunocompromessi (ematologia, oncologia, trapianti, dialisi, terapia intensiva, ostetricia la direzione sanitaria ne può aggiungere altri in relazione alle caratteristiche del proprio ospedale) e comunque per i pazienti più fragili (patologie della gravidanza, pazienti immunodepressi, terapia cortisonica, farmaci antitumorali, trattamenti con radiazioni).

G) Segnalazione focolai

"Fermo restando quanto già in essere in merito ai flussi informativi per la segnalazione dei casi covid - si legge nella circolare -, si ricorda l'importanza di segnalare tempestivamente al Dips di Ats la presenza di focolai anche al fine di attivare approfondimenti diagnostici tramite sequenziamento genomico. Le indicazioni fornite dovranno essere rivalutate secondo indicazioni ministeriali o regionali o in caso di aumento di incidenza e a seconda della variante circolante, ad oggi non prevedibile". 

Le parole dell'assossore Bertolaso

Sul documento si è pronunciato l'assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso. "Il Covid - dichiara - fortunatamente grazie ai vaccini e ai passi avanti delle cure ora convive con noi senza provocare i danni dei primi anni di pandemia. Sappiamo bene però che per alcune categorie di pazienti, come gli immunodepressi e i fragili, può ancora costituire un pericolo di vita. Per questo motivo abbiamo appena inviato una circolare ad Ats, Asst e Irccs lombardi, che prevede un'azione mirata a proteggerli quando si trovino all'interno delle strutture ospedaliere e residenziali socio-sanitarie".

"Nella Nota - spiega l'assessore - ricordiamo tutte le azioni da intraprendere sia per quanto riguarda l'effettuazione dei tamponi prima di ricoveri, trasferimenti tra reparti di ospedali o in rsa e rsd, che per gestire i casi positivi tra i pazienti o gli operatori sanitar. Una particolare attenzione - conclude Bertolaso - l'abbiamo posta sull'utilizzo della mascherina che, con l'avvicinarsi della stagione autunnale ed invernale, raccomandiamo venga indossata anche dove non obbligatoria: soprattutto Pronto Soccorso e negli ambulatori dedicati a pazienti fragili". 

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