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Coronavirus

La Lombardia deve "risparmiare" Astrazeneca per le seconde dosi: Pfizer e Moderna agli ultra 60enni

La novità dal 26 aprile, provvisoria fino a quando non arriveranno nuove dosi di tutti i vaccini somministrabili

Non ci sono quasi più dosi di Astrazeneca in giro per l'Italia. E le Regioni devono correre ai ripari se non vogliono perdere il "ritmo" di vaccinazioni. La Lombardia è ormai da diversi giorni sopra le 70 mila inoculazioni giornaliere e sta iniziando a vaccinare i 60-69enni: la direzione Welfare non intende riprogrammare questi appuntamenti e somministrare meno dosi del previsto, pertanto ha preferito dare un'indicazione diversa: dal 26 aprile le vaccinazioni saranno fatte con Pfizer e Moderna, di cui c'è ampia scorta, e Astrazeneca sarà riservata ai richiami, che iniziano proprio a fine aprile.

Fino ad ora, Astrazeneca era stato somministrato a insegnanti e forze dell'ordine. Poi, quando le autorità sanitarie europee hanno stabilito di consigliare il vaccino anglo-svedese solo agli over 60, questo siero è stato riservato a quelle fasce d'età, a patto di non essere contemporaneamente fragili o disabili gravi. 

La decisione, comunque, è provvisoria. Dipende da quando arriveranno le prossime dosi e quante ne arriveranno. Per il momento, con le prime seconde dosi di Astrazenca da somministrare, è più importante avere le dosi necessarie per farlo. Secondo il commissario nazionale covid Francesco Paolo Figliuolo, tra il 27 aprile e il 5 maggio arriveranno cinque milioni di dosi dei quattro vaccini per ora autorizzati in Italia. Il commissario intanto ha fissato nuovi target regionali: la Lombardia deve arrivare a 99 mila dosi al giorno entro il 29 aprile. 

Un traguardo probabilmente raggiungibile grazie, anche, ai 10 mila vaccini al giorno che verranno somministrati dal 26 aprile nel nuovo hub di City Life, allestito nel Palazzo delle Scintille.

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