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T'el see che a Milan... ?

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A cura di Enea Rossini

Duomo

La storia di “Love”, il mega dito medio di Maurizio Cattelan che domina piazza Affari

La sua storia

Il nome della scultura, presentata alla città di Milano dall’allora sindaco Letizia Moratti, sta per “libertà, odio, vendetta, eternità”. La prima cosa che balza all’occhio, inevitabilmente, è il lungo dito medio che si estende per più di due metri. A ben guardare, però, le altre dita non sono chiuse, ma mozzate: segno che l’intenzione dell’autore era probabilmente riprodurre un dito medio, ma sui generis. 

“Love”, difatti, per stessa ammissione di Cattelan, rappresenta una mano impegnata in un saluto fascista ed erosa dal tempo in tutti gli arti, tranne appunto che nel dito medio. Non a caso, la scultura è stata posizionata davanti alla Borsa, uno dei più noti esempi - firmato da Paolo Mezzanotte - di architettura del Ventennio fascista in città. 

Il “dito di Cattelan”, come da progetto iniziale, doveva rimare in piazza degli Affari soltanto per due settimane, ma poi - dopo un tira e molla lunghissimo, con annessa raccolta firme social dell’allora assessore alla cultura Stefano Boeri - nel 2012 la giunta Pisapia ha deciso di farlo restare per sempre davanti alla Borsa. 

In seguito alle proteste di una parte della rappresentanza politica e culturale milanese, offesa dal significato dell’opera, il critico Philippe Daverio aveva proposto di trasferire l'opera a Bologna, città "più spiritosa" e "più adatta" ad accogliere il "gesto ironico" dell'artista padovano. 

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