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Elezioni regionali 2023

Gallera (Forza Italia): “Moratti mi ha deluso, è sempre stata una donna di destra”

L’ex assessore al welfare critica la decisione della candidata sostenuta dal Terzo Polo. Rivendica invece le scelte fatte durante la pandemia e chiede interventi su Aria. L’intervista

Avvocato, ex consigliere comunale di Milano, ex assessore al welfare in Regione Lombardia e attuale presidente della commissione bilancio al Pirellone. Giulio Gallera non si tira indietro e si ricandida nella lista di Forza Italia anche per le elezioni del 12 e 13 febbraio. A MilanoToday dice di voler una Lombardia più "connessa, attrattiva, green, attenta ai fragili". E sulla scelta di Letizia Moratti esprime le sue perplessità: "È una donna di destra, lo è sempre stata".

Partiamo da qui: le manca fare l’assessore alla Sanità?

"Fare l’assessore alla sanità è stata un’esperienza faticosa, è un settore complicato e vastissimo. Ma è stato anche molto coinvolgente perché ti occupi della salute delle persone. Ho fatto 4 anni e mezzo intensi, l’ultimo con il covid è stato molto duro. Io sono abituato a servire la mia comunità da quando ero al liceo: ho finito il mio turno di guardia al welfare e un mese dopo mi occupavo di artigiani e commercianti. Ci sono dei cicli, la politica è anche questo".

Dopo di lei è arrivata Letizia Moratti. Cosa ne pensa adesso della sua candidatura in una lista civica appoggiata dal Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi?

"Non la capisco, mi ha stupito. Letizia Moratti la conosco molto bene, è una donna di destra e lo è sempre stata. Come sindaco di Milano ha promosso le manifestazioni per la sicurezza, ha dato i soldi per evitare l’aborto delle donne che erano in condizioni difficili. Sulla droga ha l’impostazione di San Patrignano, che è culturalmente connotata. Una donna di destra che chiede i voti del Partito democratico e rinnega la sua storia è fuori da ogni logica e da quello che vedo i lombardi non hanno apprezzato questo tradimento".

Se si potesse tornare indietro, cambierebbe qualcosa del modo in cui sono stati gestiti i primi mesi della pandemia? Ci sono state molte critiche…

"Non si può lavorare con il senno del poi. Noi in quel momento, senza strumenti e senza informazioni, abbiamo fatto il massimo che era nelle nostre competenze. È stato un periodo durissimo. Tutti i componenti del comparto sanitario hanno dato il massimo e i dati alla fine ci dicono che la Lombardia è stata più efficace di altri a curare e salvare le vite delle persone: il tasso di letalità medio in Italia è del 2,36; in Lombardia è del 2,28".

Perché non avete istituto subito una zona rossa ad Alzano e Nembro, in provincia di Bergamo?

"Noi abbiamo fatto tutto ciò che andava fatto. Appena si è avuta la consapevolezza che quella situazione era un secondo focolaio, ci siamo confrontati con l’Istituto superiore della sanità e abbiamo chiesto la zona rossa. Noi tutto quello che dovevamo fare, cioè sensibilizzare chi doveva decidere, l’abbiamo fatto".

La pandemia ha mostrato le debolezze del sistema sanitario lombardo, soprattutto nella medicina territoriale. Cosa non ha funzionato nella riforma voluta da Roberto Maroni? Con Moratti ci sono stati passi avanti?

"Il problema della medicina territoriale è un problema italiano, non lombardo.  Noi siamo stati i primi ad affrontarlo con una legge estremamente innovativa che passava dalla cura al prendersi cura. Io ho azzerato le liste d’attesa per 300mila cittadini cronici. Ma la riforma Maroni aveva due difficoltà: era troppo ambiziosa e non aveva risorse. Moratti non ha fatto altro che utilizzare i soldi del Pnrr e metterli a terra. Le case della comunità e gli ospedali di comunità c’erano già, si chiamavano solo in modo diverso".

C’è il rischio che le risorse del Pnrr andranno sprecate?

"È una corsa contro il tempo, perché l’Europa pretende che si rispettino tempistiche precise. Per ora la Lombardia è stata la migliore e contiamo di essere ancora efficienti. Bisogna fare in modo che le risorse vengano spese per ciò che è veramente necessario e non per progetti che ci sono già e che non si vogliono buttare via".

Aria, l’azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti, se la caverà? La Corte dei Conti ha criticato la scelta di darle un ruolo di primo piano nella gestione degli interventi sul Pnrr

"Aria non ha dato le risposte che ci si aspettava. Non mi sembra che la fusione tra Lombardia informatica, Infrastrutture lombarde e Arca abbia dato le performance di miglioramento sperate. Io penso che nella prossima amministrazione bisognerà fare un’attenta valutazione e capire se immaginare strumenti diversi".

Se le elezioni venissero vinte da Fontana, i rapporti di forza interni tra Lega e Fratelli d’Italia sarebbero comunque ribaltati. Questo potrebbe essere un problema secondo lei?

"Il centrodestra è sempre stato compatto. Lo è stato in passato, quando Forza Italia aveva il 40%, e lo sarà adesso con Fratelli d’Italia. Com’è giusto il partito che otterrà più consensi, avrà un peso maggiore. Ma il centrodestra marcerà sempre unito".

Quali sono i suoi propositi per la prossima legislatura?

"Dobbiamo avere una Lombardia sempre più connessa, più attrattiva di capitali e di turismo, sempre più green e attenta ai fragili. Queste sono le mie priorità".

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