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Corteo degli studenti: "Manifestazione dedicata ad Abba ucciso dal razzismo"

"No alla violenza razzista, no al silenzio davanti alla violenza razzista, no a partiti come Lega e M5s, no alla classificazione degli studenti sulla base della provenienza"

"Il primo corteo studentesco dell'anno lo dedichiamo ad Abba ucciso dal razzismo 10 anni fa! CHI È INDIFFERENTE È COMPLICE!". Lo scrivono gli studenti del centro sociale Il Cantiere. Venerdì mattina hanno manifestato in corteo per le strade di Milano. Partendo largo Cairoli.

Corteo studenti a Milano (A. G.)

Gli studenti, spiegano dal coordinamento, scendono in piazza per dire "no alla violenza razzista, no al silenzio e all'indifferenza davanti alla violenza razzista, no a partiti come Lega e M5s, no alla chiusura dei porti, no alla classificazione degli studenti sulla base della provenienza" e "sì alla libertà di migrare". 

Il ricordo di "Abba", ucciso a sprangate

Il corteo è stata l'occasione per ricordare Abba Abdul Guibre, il 19enne del Burkina Faso ucciso il 14 settembre di dieci anni fa da padre e figlio fuori da un bar in via Zuretti a Milano. 

Video: il corteo degli studenti

"I due uomini tentarono di giustificare l'assassinio commesso dicendo che Abba aveva rubato loro un pacco di biscotti - raccontano dal coordinamento dei collettivi - ma il movente dell’omicidio era un altro: Abba era nero e questo é bastato a far credere a qualcuno che la sua vita valesse meno di una merendina".

"Dopo dieci anni dalla sua morte, la situazione in Italia non é che peggiorata", l'allarme lanciato dagli studenti, che puntano il dito contro il no alla legge sullo Ius soli e contro le "politiche che accentuano la disuguaglianza". 

Quindi, ecco l'attacco a Matteo Salvini, che affronterà il primo anno scolastico nel ruolo di ministro dell'Interno: "Con il nuovo governo e Salvini agli Interni dobbiamo aspettarci di tutto - scrivono i giovani -. Partiti come Lega e M5S, sfruttano ignoranza e disinformazione per portare avanti politiche xenofobe, le cui conseguenze si riversano su persone che non stanno facendo altro che cercare una vita degna di essere chiamata tale".

"Scendiamo in piazza per ribadire che siamo una società meticcia, siamo studenti meticci - concludono i ragazzi -. Le nostre classi, fin dall’asilo, sono composte da persone provenienti da tutte le parti del mondo, per questo non possiamo rimanere in silenzio e vedere diritti negati alle persone con cui cresciamo e viviamo". 

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