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Cambia il test di medicina dell'Humanitas: "Valutiamo le attitudini, non le nozioni"

Sono oltre 1.600 gli studenti che proveranno a superare il test, i posti sono 150

Valutare le attitudini degli studenti, indipendentemente da quello che hanno imparato alle scuole superiori. È l'obiettivo del nuovo test di ingresso a medicina dell'Humanitas University di Milano che sbarcherà il prossimo 14 febbraio quando oltre 1.600 aspiranti camici bianchi si presenteranno all'esame di ammissione al corso di medicina (150 posti). Secondo quanto riferito dall'ateneo si tratta di "uno strumento sviluppato per riuscire a intercettare e a valutare le reali competenze degli studenti" che, proprio nel giorno di San Valentino, saranno chiamati a dimostrare quanto è grande il loro amore per la professione che sognano di imparare.

Nuovo test di medicina all'Humanitas: ecco com'è

Il nuovo test è stato sviluppato da Humanitas University ed esperti di Cambridge University, Imperial College, University of Oxford Medical School e Leeds Medical School. È composto da due sezioni (60 domande) - Scientific thinking, ossia pensiero scientifico; Academic literacy/Critical Thinking, cioè comprensione di testi accademici/pensiero critico - e il tempo per svolgerlo è di 120 minuti. Humat, "computer based", punta così a "identificare gli studenti di talento che, indipendentemente dal loro diverso percorso formativo, possiedono capacità di pensiero scientifico, pensiero critico e capacità di analisi e comprensione di testi accademici".

Per chi invece sceglierà la Medtec School, corso di laurea in Medicina sviluppato insieme al Politecnico di Milano per "irrobustire la formazione medica con un forte approccio ingegneristico e tecnologico", la prova è in programma il 20 marzo. A iscrizioni ancora aperte, sono già quasi 300 i candidati a contendersi uno dei 60 posti disponibili.

"I numeri in crescita dei giovani che continuano a scegliere il nostro ateneo, soprattutto stranieri, sono un segnale molto positivo per Humanitas University - afferma il rettore Marco Montorsi - ma anche per tutto il sistema universitario italiano, che dimostra di poter competere con i migliori atenei italiani e stranieri. Proprio per questo, in considerazione della nostra crescente internazionalità, abbiamo voluto ripensare anche al test di ingresso per medicina, in modo da testare non solo le conoscenze acquisite, ma anche e soprattutto le abilità e l'attitudine ad affrontare il percorso universitario".

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