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“E così il vostro Anfitrione ha perso”

Il figlio del generale ucciso dalla mafia si sfoga sul suo blog dove racconta quanto accaduto al Troisi

“Ve lo anticipo subito: per la prima volta in vita mia me ne sono dovuto andare. All’origine, così ho capito, c’era il lavoro di un paio di brave professoresse (una siciliana). Che però non potevano “educare” le due scuole che hanno riempito il cinema. Avessi saputo che quella era la “preparazione” della platea non sarei andato. In genere mi informo, sono esigente, ha senso che vada in un posto se posso lasciarci qualcosa, non solo il tempo. Poi ho gli scrupoli, e faccio male perché altri non ce li hanno”.

Inizia così lo sfogo amaro di Dalla Chiesa che a pochi giorni dall’episodio del Troisi torna a spiegare quanto accaduto quando indispettito da un gruppetto di quattordicenni che ridacchiavano mentre lui portava la propria esperienza nel contrasto alla mafia, ha deciso dopo un affronto piuttosto rabbioso di lasciare la sala.

Nei giorni scorsi il sindaco di San Donato Andrea Checchi, insieme all’assessore Chiara Papetti ha indirizzato una missiva cercando di mitigare i toni accesi: “Nella nostra città abbiamo scuole e insegnanti che ogni giorno lavorano con molta passione e attenzione, studiando e creando progetti che siano di stimolo per gli studenti. Abbiamo ragazzi che recepiscono l’importanza di questi progetti, che hanno voglia di capire, di sapere e di conoscere. La giornata di mercoledì era per loro. Ma ci sono anche ragazzi che hanno più difficoltà nell’ascolto e che faticano a prestare attenzione verso ciò che li circonda: dobbiamo saperli accogliere e ascoltare, dobbiamo saperli aiutare a crescere. E la giornata di mercoledì doveva essere di stimolo e di spunto anche per loro. Lei dichiara di aver perso, ma l’altra mattina abbiamo perso tutti: hanno perso le insegnanti, quelle che dedicano tanto tempo al coinvolgimento dei ragazzi nei progetti di cultura alla legalità e quelle che ne dedicano meno e non sono riuscite a intervenire prontamente; hanno perso gli alunni, sia quelli partecipi, sia quei pochi visibilmente annoiati che non sono riusciti a cogliere l’importanza del momento; hanno perso gli oratori, che hanno effettuato interventi di alto profilo e dai quali abbiamo tutti da imparare; hanno perso le istituzioni che credono e collaborano a questi progetti e che lavorano quotidianamente al tema della legalità. Ma non per questo ci tiriamo indietro”.

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