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Mascherine in farmacia a 60 euro, scoppia la bufera sul web. «Ma il prezzo è giusto, l'hanno detto anche i Nas»

Polemiche per alcune foto di scontrini in una farmacia milanese. Che però si difende

Mascherine di itipo FP3 a 60 euro l'una, in farmaciia. La notizia, con le foto degli scontrini, si è diffusa rapidamente sui social network, facendo a dir poco infuriare moltissimi cittadini che, come spesso accade in casi come questo, hanno espresso il loro disappunto a chiare lettere e con linguaggio esplicito. Ma la farmacia si difende e dichiara che anche le forze dell'ordine hanno verificato la regolarità dei loro prezzi.

La farmacia in questione è la Boccaccio, nella via omonima. Non una farmacia qualunque ma una delle principali e più note di Milano, aperta 24 ore su 24. Gli scontrini parlano chiaro: le loro mascherine FP3 costano 60 euro l'una. Sono prodotte da Irudek, una azienda pugliese specializzata in sistemi di protezione. 

«Siamo al centro di aspre critiche, offese e perfino minacce sui social per il prezzo del prodotto che offre la massima protezione rispetto ai modelli FP2 e FP1», commenta Paola Colombo, titolare della Farmacia Boccaccio, in una nota. «La nostra farmacia, il 12 marzo, è stata oggetto di indagini di Nas e guardia di finanza, che hanno appurato la piena regolarità del costo delle nostre mascherine FP3».

60 euro, quindi, è un prezzo giusto. Le mascherine FP3, che offrono la protezione più alta possibile ed infatti sono quelle utilizzate da medici e infermieri negli ospedali, costano più dei modelli FP1 e FP2, ma in questo caso il prezzo sarebbe "schizzato" in alto anche perché la partita di mascherine in questione avrebbe fatto un "giro lungo" per arrivare nelle farmacie milanesi, passando dall'estero.

Le mascherine e il Covid-19: servono a tutti?

Chiarita la vicenda, resta una considerazione importante. In tempi di emergenza Coronavirus, le mascherine sono diventate improvvisamente essenziali. All'inizio venivano consigliate unicamente a coloro che presentassero sintomi influenzali, ma ormai non è più così: in vari ospedali, per esempio, si entra solo con indosso la mascherina, indipendentemente dai sintomi, e questo accade anche in diversi supermercati. Tuttavia sono letteralmente introvabili, almeno a Milano.

Dopo l'ultimo decreto, quello che "chiude" i negozi in Italia, il presidente della Lombardia Attilio Fontana, dialogando coi vertici degli iindustriali, si è raccomandato che le aziende che rimangono aperte dotino tutti i dipendenti di mascherine. Lo stesso Fontana era stato criticato quando aveva indossato in diretta web una mascherina, annunciando l'auto-quarantena perché una sua collaboratrice era risultata positiva al Coronavirus, nonostante avesse dichiarato di non avere sintomi. 

La forte raccomandazione, condivisa almeno questa da tutti, è di non "abbassare" la soglia dell'attenzione soltanto perché si indossa una mascherina. Insomma, se si deve uscire (per necessità), rispettare sempre la distanza raccomandata di almeno un metro tra una persona e l'altra. E se si hanno sintomi, c'è il divieto di uscire di casa.

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