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Sgarbi vuole salvare l'ex sede della Voce del Padrone a Milano

L'edificio si trova in viale Umbria e rischia l'abbattimento per fare posto a un edificio residenziale a sei pianis. Ma Sgarbi promette un intervento di tutela e fa polemica col Comune di Milano: "Un crimine, la magistratura dovrebbe occuparsi di queste cose"

Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi ha promesso che si impegnerà a salvare la palazzina liberty di viale Umbria 37 (angolo via Sigieri), a Milano, già sede della casa discografica 'La voce del padrone', destinata a essere trasformata in un condominio a sei piani per 126 appartamenti secondo il progetto dell'attuale proprietario, la società Porta Rossa di Cuneo.

"Penso che l’abbattimento sia un crimine che va denunciato alla magistratura - ha commentato Sgarbi, sentito da MiaNews -. La magistratura dovrebbe occuparsi anche di cose come queste. Solo l’idea di quello che dovrebbe essere messo al suo posto, fa capire che siamo davanti a un crimine del Comune, una responsabilità grave". Il sottosegretario e critico d'arte ritiene che il primo passo sia quello di far vincolare l'edificio: "Bisogna impedire l'abbattimento, visto che non è in grado di capirlo il Comune. Questa mancanza di sensibilità è insopportabile. Pensare solo ai soldi, senza capire il passato e la storia, è terribile". 

Sgarbi ha annunciato che, lunedì 13 novembre, manderà una lettera alla sovrintendente Emanuela Carpani, chiedendo che siano anzitutto vincolate le decorazioni, strada più semplice e veloce rispetto al vincolo di tutto l'edificio. Costruita nei primi anni '20 del Novecento, la struttura è formata da due palazzine, entrambi a un piano, una più alta e una più bassa. Le decorazioni di cui parla Sgarbi si trovano nella palazzina più alta e sono intonaci con disegni, nonché pomelli in cemento incastonati in cornici quadrate.

Da sede discografica a palazzina residenziale

L'etichetta discografica famosa per il logo (un jack russel che ascolta un grammofono) chiuse i battenti alla fine degli anni '60, diventando Emi Italiana. La sede si era già spostata in via Domenichino. L'edificio di viale Umbria sarebbe poi passato alla casa di moda Calvin Klein, che nel 2019 lo ha venduto. Il progetto dell'edificio residenziale a sei piani, con realizzazione di una 'piazza giardino' per connettere via Sigieri a via Muratori e una pista ciclabile, è dell'attuale proprietario. Sembra che la commissione paesaggio del Comune di Milano non sia stata interpellata, mentre l'ex consigliera del municipio 4 Rossella Traversa ricorda che, anni fa, il 'parlamentino' di zona aveva deliberato di salvaguardare l'edificio, considerando anche che la proposta di verde pubblico fosse insufficiente e di scarsa utilità. "Ma il parere dell'istituzione sul territorio non venne preso in considerazione", sottolinea con amarezza.

Tutte le liti tra Sgarbi e il Comune di Milano

Da quando è diventato sottosegretario alla cultura del governo di Giorgia Meloni, Vittorio Sgarbi (con un passato da assessore alla cultura a Milano, con Letizia Moratti) si è caratterizzato per un notevole 'interventismo' sulle cose meneghine. In circa un anno di ministero, sono diverse le prese di posizione del sottosegretario, su vari argomenti, tutti legati all'urbanistica di Milano. Il più noto è senz'altro l'intervento presso la sovrintendente Emanuela Carpani per salvare lo stadio di San Siro. Sollecitata dal Comune, Carpani, all'unisono con Sgarbi sul tema, ha dichiarato che, nel 2025, scatterà il vincolo storico culturale sul secondo anello dell'impianto, e questo comporterà l'impossibilità di abbatterlo, come invece vorrebbero Milan e Inter. Il Comune ha recentemente presentato un ricorso contro il pronunciamento della sovrintendente.

Ma San Siro non è l'unico tema su cui Sgarbi è intervenuto. All'inizio del mandato ministeriale, un anno fa, si è pronunciato sulla Pietà Rondanini di Michelangelo, attualmente all'ospedale Spagnolo nel Castello Sforzesco. Sgarbi ha affermato che una delle sue priorità sarebbe stata quella di riportarla alla Sala degli Scarlioni, sempre al Castello. Ricevendo però un secco 'no' dal sindaco: "Finché ci sarò io, la Pietà sta lì. Dal 2027 faranno quello che vorranno".

A marzo del 2022, Sgarbi è intervenuto per (tentare di) difendere la pavimentazione in pavè di via Montegani, nel quartiere Stadera, interessata da un rifacimento del manto stradale per sostituirli con l'asfalto. I masselli risalivano al 1926 e i lavori erano stati anticipati per completarli a settembre del 2023: una 'fretta' non presa bene dal municipio 5. "Sarà una cosa sbagliata come il 90% delle cose fatte per rinnovare", ha detto Sgarbi in quella occasione, promettendo un intervento. Ma le ruspe erano già al lavoro.

Altro capitolo, l'ex cinema Odeon di via Santa Radegonda, chiuso il 1° agosto per diventare un centro commerciale. Sgarbi ha 'stoppato' il cambio di destinazione d'uso della struttura, inaugurata nel 1929, invocando una tutela del 2017. Tutela che, però, non parrebbe esistere. Tuttavia, in realtà, la proprietà dell'ex cinema ha promesso che, oltre a salvaguardare il foyer con il pavimento in marmi, la sala storica (la ex sala 1) e lo scalone principale, la struttura ospiterà ancora cinque sale cinematografiche, sebbene tutte al piano interrato.

E infine, prima dell'intervento sulla palazzina di viale Umbria, quello sul futuro museo nazionale dell'arte digitale, che dovrebbe essere ospitato presso l'ex albergo diurno di Porta Venezia. Ma non è detto: Sgarbi, infatti, si è espresso negativamente, affermando che il luogo potrebbe essere più adatto a un museo di arti decorative, visti gli arredi in stile Art Decò presenti.

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