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La Lombardia insiste per spostare il coprifuoco e aprire tutti i ristoranti e bar

Fontana torna sullo scontro col governo: "C'è un po' di delusione per le modifiche"

Soddisfatto a metà. Il governatore lombardo, Attilio Fontana, nell'attesa dell'ufficialità della zona gialla per la sua regione, ha commentato il decreto riaperture del governo Draghi, che da lunedì 26 aprile - per le regioni in zona gialla - dà il via libera a pranzi e cene nei locali all'aperto, pur senza "toccare" il coprifuoco alle 22. 

Proprio il coprifuoco, insieme alla presenza in aula degli studenti delle superiori, è stato al centro dell'ultimo scontro tra i governatori e l'esecutivo, che è stato a più riprese accusato di aver cambiato gli accordi presi. I presidenti di regione uniti, infatti, avevano chiesto di dare più libertà anche ai bar e ristoranti che non hanno spazi all'esterno e, soprattutto, di spostare di almeno un'ora l'obbligo del rientro in casa. Proposte che però il governo non ha accolto, nonostante - almeno secondo la versione delle regioni - un'iniziale "stretta di mano". 

Tutto quello che si può fare in zona gialla da lunedì

"I numeri negativi di questa ondata si stanno per fortuna riducendo. Da lunedì in Lombardia dovremmo riavere un po' della nostra libertà e rientrare in zona gialla, anche se attendiamo ancora le comunicazioni ufficiali da Roma", ha detto Fontana venerdì a margine della visita all'hub vaccinale di Cernobbio. 

"Tutti si stanno impegnando per riaprire in sicurezza. Per questo - ha aggiunto il governatore - c'è un po' di delusione rispetto alle scelte del governo, perché pensavamo che fosse il momento di dare segnali più forti ai tanti operatori, ristoratori e baristi, in primis, che si trovano in una situazione inaccettabile. C'era un testo - ha spiegato Fontana, sposando quindi la linea dei colleghi - che, come regioni, avevamo concordato e che all'ultimo momento è stato modificato. E ci sono delle contraddizioni che non riusciamo a decodificare, come l'orario del coprifuoco che aveva anche un valore simbolico".

"Non credo, tuttavia, che si debba parlare di strappo con il governo. Mi auguro - ha concluso il presidente lombardo - che l'istanza di 'rivedere' le richieste delle regioni venga accolta e che, in base ai numeri positivi degli ultimi giorni, il governo possa cambiare idea".
 

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