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Venerdì, 26 Aprile 2024
Coronavirus

Sollecito, Radicali, politici milanesi: sciopero della fame "per salvare i carcerati dal covid"

L'iniziativa della "Associazione per l'Iniziativa Radicale Myrian Cazzavillan". Chi partecipa

Ventiquattro ore senza mangiare. Ventiquattro ore di protesta pacifica, ma "forte", per accendere i riflettori su storie e vite di persone che rischiano di finire tragicamente. La "Associazione per l'iniziativa radicale Myrian Cazzavillan" sta organizzando uno sciopero della fame per chiedere al governo di intervenire sul mondo delle carceri, che sta facendo - come il resto d'Italia - i conti con l'emergenza coronavirus.

All'iniziativa prenderà parte una variegata rappresentanza milanese e lombarda. Nelle scorse ore, infatti, all'appello di Rita Bernardini - membro del consiglio generale del partito Radicale - hanno risposto Giampaolo Berni Ferretti - presidente di Milano Vapore e vice capogruppo di Forza Italia al Municipio 1 -, Diana De Marchi  - consigliere comunale del Pd -, Bruno Cappuccio, e Alessio Alberti, capogruppo di Italia Viva a Desio. All'appello ha risposto anche Raffaele Sollecito, a lungo imputato - e poi assolto - per l'omicidio di Meredith Kercher.

"A fronte del preoccupante dilagare dei casi di contagio da coronavirus nelle carceri italiane i partecipanti a questa iniziativa nonviolenta chiedono a Governo e Parlamento di intervenire prima che sia troppo tardi", si legge in una nota dell'associazione. La richiesta, inevitabilmente, è di ridurre "drasticamente la popolazione detenuta attraverso qualsiasi intervento di legge che sia aderente alla nostra Costituzione e alla convenzione europea dei diritti dell’Uomo: amnistia, indulto, modifiche sostanziali al decreto “Ristori” per ampliare la platea dei beneficiari, liberazione anticipata speciale". L'obiettivo finale, invece, è "evitare la morte per pena, anche di chi è in attesa di giudizio e potrebbe essere giudicato innocente"

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