Tra i quartieri più vibranti di Milano c’è Porta Romana, da sempre una zona ricca di ristoranti, cocktail bar, osterie storiche e nuove trattorie. Un crocevia anche internazionale, grazie alla presenza della vicina Università Bocconi, che ha come epicentro Piazzale Medaglie d’Oro. Porta Romana è anche uno dei distretti gastronomici più peculiari della città, infatti qui nascondo mese dopo mese sempre nuovi locali capaci di attirare curiosi dal resto del circondario milanese. I suoi confini sono labili e in continua evoluzione: a nord si conclude idealmente con la fermata Crocetta, a sud da Piazzale Lodi mentre non si procede oltre Piazza Risorgimento e il nuovo campus Bocconi, rispettivamente a est e ovest. All’interno di questo quadrato una miriade di ristoranti, cocktail bar, gastronomie e trattorie che vi abbiamo raccolto nella nostra mappa.
Razdora
In questa bottega di pasta fresca e tavola calda trovate il piacentino Matteo Monti, oste e cuoco fuori dagli schemi classici. Dopo le cucine di chef come Lopriore e Scabin, Monti decide di iniziare la sua personale avventura e sceglie il quartiere di Porta Romana per aprire Razdora. Una cucina di territorio, il suo, dove la pasta fresca fatta in casa ha un piano di rilievo. Cappelletti, tagliatelle, gnocchi, bucatini, da portare via o consumare al suo interno in gustosi primi piatti. Ci sono anche antipasti piacentini di salumi e secondi piatti come le polpette o la battuta di carne al coltello.
Ultra
Un format che unisce pizza e cocktail, ideato dagli imprenditori Dom Carella (dietro al bar Carico in Via Savona e mille altri progetti) e Fabrizio Margherita (dietro il brand di pizzerie Vurria). Ultra è un locale minimale che si allontana drasticamente dal classico immaginario della pizzeria, ricavato all’interno di un ex banca in zona Porta Romana. Le pizze spaziano dalle classiche a quelle più innovative, ed è inoltre possibile personalizzarle con i prodotti alimentari di qualità che si trovano all’interno del locale. C’è anche una selezione di pizze vegane e gluten free, oltre a un’ottima carta cocktail dove non mancheranno i grandi classici della miscelazione affianco a dei twist più originali.
Yapa
Una cucina che fa la sponda tra i sapori delle tavole sudamericane e asiatiche, con un mix di piatti che hanno reso questo locale uno dei più fortunati dell’ultimo periodo. Yapa è il regno dello chef toscano Matteo Pancetti che grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, è riuscito a costruire un menu interessante e non banale. Insieme alla compagna Cristina Dell’Isola, anche socia del ristorante, si porta a spasso il cliente tra ceviche di ricciola (25€), tiradito recholada (22€), ma anche tempura di baccalà (22€), o noodles con ramen di pollo e bergamotto (18€). Non mancano i cocktail creativi del bar manager Matias Sarli, che si legano ai sapori internazionali dei piatti di Yapa.
Autem
Il ristorante dello chef Luca Natalini, toscano doc, che ha deciso di riprovarci a Milano con questa nuova avventura. Autem, che in latino indica una congiunzione, un’unione tra più cose, traducibile con “ancora” o “inoltre”, è un locale dove la tecnica dell’alta cucina sposa ingredienti eccellenti e ovviamente stagionali. Tre vetrate, una cucina a vista, due sale, un privé dove abbandonarsi nelle mani dello chef. Infatti il menu è alla cieca, si può scegliere tra il percorso con 4 piatti (100€) oppure quello da 6 portate (130€). Unica certezza: i prodotti sono tutti freschi e le ricette sono costruite in base alla reperibilità delle materie prime sul mercato.
Trippa
Non ha certo bisogno di presentazioni la trattoria di Pietro Caroli e dello chef Diego Rossi, ormai nota anche a un pubblico avulso dalle dinamiche gastronomiche di Milano. Capace di aver ridisegnato i tratti della moderna osteria, con le ricette del territorio e della tradizione riviste e ringolosite, Trippa è ormai così famosa che non si riesce a trovare posto neanche a distanza di settimane. Piatti must come la trippa fritta, il vitello tonnato, le tagliatelle all’Alfredo buro e parmigiano. Prezzo dagli 11 ai 18€.
Pasta Madre
Pasta Madre è il ristorante di Francesco Costanzo, che prima di cucinare è stato fotoreporter. La vetrina si affaccia su via Corio, nel centro di Porta Romana, e lascia intravedere un locale minimale, in legno, realizzato con materiali di recupero da Giacomo Borella di Studio Albori. Pasta Madre è un locale dove i primi piatti hanno un ruolo principale nel menu: chitarre, pomodorino giallo, stracciatella, tartare di gamberi rosa (19€), busiate integrali e ragù di pecora (16€), chitarra con ragù di polpo (16€). Parola d’ordine Mediterraneo, con i suoi sapori non solo di mare ma anche di terra. Non mancano infatti le polpette di manzo con purea di patate (16€) e la stigghiola (17€). Buona anche la selezione di etichette di vini prevalentemente naturali.
Stadera
La gastronomia contemporanea complice di aver dato il via alla nuova stagione delle rosticcerie milanesi di ultima generazione. Da un’idea dello chef Aldo Ritrovato, che dopo l’esperienza stellata con lo chef Gennarino Esposito a Vico Equense e poi da IT a Milano (che gli vale la stella), decide di cambiare rotta. Il risultato è Stadera, progetto gastronomico totalmente diverso ma di estrema qualità. Una gastronomia 2.0 dove trovare ricette napoletane come sartù di riso, lasagna, polpette, parmigiana, pastiera e tantissime verdure. I prezzi? Dalla gastronomia 5-13€ a porzione e dalla cucina 13-27€ a piatto.
Creda - Gastronomia Popolare
La nuova gastronomia in Porta Romana aperta da Crescenzo Morlando e Dario Pisani. Dalle cucine gastronomiche ai piatti della nonna con prodotti campani di qualità, da portare via o mangiare al suo interno. Un format semplice ma di gusto e qualità, che perno nella regione di provenienza dei due chef senza complesse elaborazioni. Ogni giorno troverete parmigiana di melanzane (13€) fatta con tre formaggi diversi (caciocavallo, Parmigiano, mozzarelle campana) e condita con pomodoro San Marzano, bufale del territorio (8€), torte salate (6€), sformati di patate, verdure di stagione (9€) e salumi (8€). Ma anche pasta patate e provola (18€), baccalà maritato con verdure (22€) da gustarsi nella sala interna della gastronomia dove c’è anche un bel camino anni ’20.
Ichikawa
Tra i nomi più importanti quando si parla di cucina giapponese, Haruo Ichikawa è lo chef che si incontra dietro il bancone del suo omonimo ristorante. Sushi master d’esperienza decennale e tra i pionieri in Italia a veicolare la cultura del cibo orientale. In Porta Romana, Ichikawa è il locale dove ogni amante del sushi deve andare almeno una volta. Si può mangiare alla carta, scegliendo tra sushi e sashimi (trai i 20 e i 45€), donburi (25-38€), nigiri (4-10€) e fritti (10-25€); oppure scegliendo l’immancabile omakase al bancone. Piatti caldi in alternanza a quelli freddi, piccole portate, soba, pesce crudo e marinato per un percorso tradizionale mai uguale a sé stesso (100€). Da prenotare almeno un giorno prima.
Bar Paradiso
Un bar a vin in stile francese, una piccola vineria con una bella selezione di etichette naturali e biologiche che fanno il giro dell’Europa, concentrandosi soprattutto tra Francia e Italia. Bar Paradiso è stato aperto da due appassionati e amici di lunga data, Maurizio Tentella e Saro Pomario, portando al suo interno anche le proprie origini. Rispettivamente dalla Marche e dalla Sicilia, con prodotti che fanno la spola tra queste regioni e la Lombardia. In carta infatti ci sarà il famoso ciauscolo marchigiano con pecorino (8€), la torta di rose di Cascina Lago Oscuro con lardo (14€), la giardiniera dei Fratelli Pavesi a Piacenza (7€), focaccia e mortazza (9€).
Vasiliki Kouzina
Tra i migliori ristoranti di cucina greca a Milano (anzi, probabilmente il migliore) c’è Vasiliki Kouzina, proprio in Porta Romana. Una accurata e convincente commistione di culture, che parte dalla Grecia ma abbraccia anche le regioni balcaniche. Dietro questo raffinato locale, molto accurato anche negli ambienti, l’eclettica Vasiliki Pierrakea arrivata in Italia all’età di 18 anni e mai più allontanatasi. Se non per i suoi numerosi viaggi, portando un po’ di queste esperienze anche in cucina. Tra i piatti iconici, che abbiamo anche raccontato qui: il polpo al miele con foglie di capperi, le polpette di zucchina e menta, l’agnello con fagiolini e crema di melanzane.
Davide Longoni
Tra i migliori panificatori italiani a capo di un piccolo impero che porta il suo nome, c’è Davide Longoni. Il suo primo punto vendita, un piccolo panificio e caffetteria dove fermarsi da colazione fino al resto della giornata, si trova proprio in Porta Romana. Tutto ruota intorno al pane, ovviamente, da comprare al banco o come protagonista delle ricette che si possono consumare al suo interno. Come il famoso shaku toast, un sandwich realizzato con shokupan d’ispirazione giapponese. Ci sono anche le pizze, le focacce e un’ampia selezione di lievitati come croissant, pain au chocolat, girelle, ma anche ottimi dolci da forno come carrot cake, brownie, crostate e torta di mais.
Spore
Uno dei ristoranti più interessanti aperti nell’ultimo biennio è Spore, un piccolo locale aperto da una coppia di promettenti giovani. Parliamo di Mariasole Cuomo e Giacomo Venturoli, che dopo alcune esperienze in giro per l’Europa soprattutto a Copenaghen, hanno deciso di in vestire su Milano. E lo fanno con la loro idea di cucina, per nulla banale: tante fermentazioni, come miso, kombucha, aceto, shoyu, connessioni con il sud est asiatico e richiami alla Scandinavia. Il menu è fisso e cambia molto spesso in base alle preparazioni che Mariasole Cuomo sta sperimentando (50€ per 7 portate con la possibilità di aggiungere piatti extra). Ad esempio piada sfogliata all’aglio orsino, cream cheese e douchi, oppure chitarra, miso, uovo, garum di albumi e funghi, due piatti che ricordano anche le origini romagnole di Giacomo Venturoli. E la carta vini contiene referenze naturali e biologiche.
Un posto a Milano
Un Posto a Milano si trova all’interno di Cascina Cuccagna, una piccola oasi agricola in Porta Romana. Tutto parte nel 1965, quando la Cascina era l’orto officinale dei padri Fatebenefratelli, poi passata al Demanio Comunale e dal 20025 gestita tramite bando da un’associazione culturale. Oggi cascina Cuccagna è uno spazio polivalente: foresteria, vivaio, una libreria, falegnameria, mercato agricolo e anche ristorante e bar. Un Posto a Milano è aperto tutto il giorno da pranzo fino a cena e propone una cucina fatta di ingredienti a chilometro zero, anche grazie alla rete di produttori che qui ciclicamente si riunisce per il mercato. Focacce, michette, salumi del territorio e formaggi, ma anche primi e secondi piatti come tagliatelle al ragù (15€), o cosciotto d’agnello (22€).
Marlà
Una pasticceria di quartiere che nel tempo si è ricavata un posto di pregio nel panorama di settore milanese. Marlà è infatti famosa per i suoi lievitati, tanto che il suo panettone è risultato il migliore a seguito della degustazione alla cieca di CiboToday. Maritozzi, prodotti per la prima colazione come croissant e pain au chocolat, torte e monoporzioni, oltre che una selezione di dolci da forno e prodotti salati. Un vero paradiso per i golosi, di ogni genere.
Lacerba
Lacerba è un cocktail bar che spesso viene tralasciato dalla narrazione più mainstream in ambito gastronomico, come abbiamo sottolineato anche in questo articolo. Il suo nome è un tributo a una storia rivista futurista, nata nel 1913, movimento culturale a cui tutto qui dentro sembra ispirato. A partire dalla grande scritta che campeggia sopra l’insegna: “Qui si beve”, vecchia espressione per indicare i cocktail bar in maniera italica. Un’ottima e costante drink list che comprende la migliore selezione di Bloody mary della città.
Giannasi
Anche noto come Il re del pollo arrosto, Giannasi è il mitico chiosco che dal 1967 scrive anche la storia di questo quartiere. Dorando Giannasi arriva da Civago, un paese sull’Appennino Tosco-Emiliano, a Milano quando aveva solo 14 anni e da lì inizia la sua storia. Era un pollivendolo e piano piano diventa una delle rosticcerie migliori della città. Polli allo spiedo, gastronomia e rosticceria di vario genere, Giannasi è colui che salva il pranzo del weekend. Da oltre 50 anni.
La bettola di Piero
Non si tratta di una bettola, ovviamente, ma di una trattoria che qui in Via Orti ha scritto un pezzo di storia di questo quartiere. Tutto ricorda gli anni ’60, periodo in cui prende vita questo ristorante: dal bancone in legno, il pavimento in ceramica, alle tovagliette a quadri. Il menu è un tuffo nel passato della cucina milanese con qualche incursione dal resto d’Italia: vitello tonnato, faraona croccante, costoletta alla milanese, risotto giallo, rustìn negà e così via.
NON La Solita Vineria
Si trova tra Crocetta e Porta Romana questo locale aperto da un giovane team di ragazzi con esperienza sulle spalle in ambito ristorazione: Andrea Vignali e Daniele Rosa di MIRO – Osteria del Cinema (dentro il cinema Anteo) e la sommelier itinerante Valentina Bruno. NON è una vineria ma anche un bar, un posto dove fermarsi a mangiare senza impegno e scegliere tra i tanti prodotti selezionati dal trio. Taglieri di salumi e formaggi, piccoli piatti, prodotti del territorio e chicche dall’Italia, cocktail e ovviamente vino.
Bella Milano
Bella è un cocktail bar e bistrot che parla calabrese. Tutto infatti ricorda l’assolata terra del sud, anche nei drink creati con ingredienti e sapori dalla Calabria (15€): al peperoncino o alla cipolla di Tropea. Si possono anche ordinare alcuni piatti da condividere al momento dell’aperitivo, anche qui un inno al sud. Da provare le fris-belle una sorta di frisella di pane condita con diversi ingredienti, come quella con la dadolata di spada, cucunci, pomodoro pachino, olio e origano. Da provare anche la curuja (corona): un pane tradizionale che viene preparato in Calabria nel forno di famiglia dei proprietari e farcito.
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