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Vecchioni e la volta che Geronimo La Russa si imbucò alla festa della figlia: "Mi rubarono anche le mutande"

Il cantante racconta un episodio di 25 anni. Alla festa della figlia giunse il figlio di La Russa, Geronimo: "I suoi amici distrussero tutto e mi rubarono cose. Feci denuncia in polizia". La Russa: "È vero, ma non sono mai stato né accusato né imputato"

Nel 1997, la figlia di Roberto Vecchioni, nata nel 1983, fece una festa a casa nella sua casa milanese con quattro amiche. Alla festicciola parteciparono (anzi, "si imbucarono") anche alcuni ragazzi, tra cui Geronimo La Russa, figlio maggiore del presidente del Senato Ignazio La Russa. Lo ha raccontato nei giorni scorsi lo stesso cantautore intervistato da Andrea Scanzi (Il Fatto) a 'La Gaberiana' di Firenze, il festival dedicato a Giorgio Gaber.

I ragazzi entrarono in casa, rubarono alcune cose, tra cui i portasigari di Vecchioni e le perfino le sue mutande. Oltre a vari danneggiamenti. Vecchioni denunciò i ragazzi alla polizia, che riuscì a trovarli. La vicenda si concluse senza implicazioni giudiziarie. L'artista ha detto che la storia è ormai prescritta, e per questo ha deciso di raccontarla. L'aneddoto ha suscitato polemiche, perché alcuni hanno accusato Vecchioni di aver fatto un nome e di aver voluto strumentalizzare la vicenda per attaccare La Russa. Vecchioni ha risposto solo di aver voluto raccontare una storia accaduta a lui e alla sua famiglia.

La Russa: "Ero alla festa, ma non fui colpevole di nulla"

Il figlio di La Russa, Geronimo, avvocato e presidente di Aci Infomobility, aveva già parlato di quell'episodio in un'altra intervista. Conferma che si imbucò: "Arrivai con una ventina di amici. Ci furono dei furti. Anche tre dei miei amici, è stato accertato, rubarono qualcosa. Ci rimasi talmente male che da allora non li frequentai più". Ma con un diverso contorno. "Vecchioni, che già all'epoca in cui ero minorenne incentrò le sue attenzioni solo sul figlio diciasettenne di un deputato di destra, cioè mio padre - dice in un'agenzia -, a distanza di 26 anni dovrebbe sapere benissimo che nei miei confronti non ci fu alcuna imputazione e che non fui affatto 'perdonato' in quanto il perdono giudiziale può essere concesso solo a chi è imputato e colpevole e io non lo sono mai stato", aggiunge. "Altri giovani conoscenti che parteciparono alla festa della figlia di Vecchioni ebbero invece conseguenze giudiziarie ed io ne presi immediatamente le distanze. È incredibile che Vecchioni, intervistato dal noto giornalista del Fatto, Scanzi, provi a gettare immotivatamente e falsamente discredito su me e sulla mia famiglia già oggetto in questi giorni di particolare attenzione mediatica. Ho dato mandato al mio avvocato Vinicio Nardo affinché tuteli in ogni sede competente la mia onorabilità", conclude il figlio del presidente del Senato.

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