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Grande tensione

Fontana dice che il rapporto con Letizia Moratti "si è incrinato"

Il governatore ammette le difficoltà, ma "ascolterà il centrodestra"

Nervi tesissimi al Pirellone. La corsa per la Lombardia, al voto nei primi mesi del 2023, agita il centrodestra, con i rapporti tra il governatore uscente Attilio Fontana e la vicepresidente Letizia Moratti ai minimi termini. Il sindaco Beppe Sala ha detto di "osservare con attenzione l'evolversi della situazione". La crisi, infatti, potrebbe aprire spazi per il candidato del centrosinistra.

"Ho evidenziato alla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, in maniera chiara e inequivocabile, che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato": lo ha sottolineato il presidente della Lombardia Fontana, aggiungendo che prenderà "una decisione definitiva dopo un confronto con i leader del centrodestra".

Letizia Moratti: sempre disponibile a candidarmi

"Ho incontrato il presidente Attilio Fontana al quale ho confermato la coerente disponibilità offerta al centrodestra" di essere candidata presidente della Lombardia. Letizia Moratti lo ha spiegato in una nota, aggiungendo di aspettare una decisione del centrodestra. "Resto in fiduciosa attesa che si esprimano definitivamente in merito i leader nazionali del centrodestra - ha aggiunto - dopo la formazione del nuovo Governo, che in questo momento è la priorità assoluta del nostro Paese".

Ad accendere la miccia è stata l'assessore al Welfare, chiamata a ricoprire questo ruolo nel periodo più difficile del covid: "Sono stata chiamata dal presidente Fontana e ho accettato per responsabilità e amore per la mia regione, con l'impegno parallelo di un passaggio di testimone a fine legislatura - ha detto intervistata su Rai Tre da Marco Damilano -. Ho lavorato e lavoro coerentemente a quell'impegno ma coerentemente a quelle indicazioni ho costruito anche una rete civica". Parole a cui Fontana ha prontamente risposto chiedendo alla sua vice "un chiarimento netto e definitivo", perché "una cosa è far politica, un'altra giocare sull'onorabilità delle persone e amministrare senza sapere da che parte si voglia stare: con noi o contro di noi".

I rapporti tra i due sembrano dunque essere arrivati ai minimi termini. Non è la prima volta che l'ex presidente della Rai e sindaco di Milano si dice pronta a scendere in campo per la Lombardia: "La mia non è un'autocandidatura ma una disponibilità", precisa ribadendo il suo no a eventuali incarichi ministeriali. "Sarei onorata ma non accetterei. Penso di poter dare un maggior valore aggiunto qui nella mia regione - afferma -. Spero di poter contribuire a un posizionamento della mia regione, che è anche motore del Paese dal punto di vista economico e di innovazione. Aiutare la Lombardia vuol dire servire il Paese. Credo da parte mia sia più corrente continuare". I giorni passano e lo stallo continua. "Ho detto in maniera leale e coerente che aspetto una decisione dal centrodestra che penso debba essere definitiva, naturalmente dopo la formazione dell'esecutivo", ribadisce Moratti, che per la prima volta però esce allo scoperto, rivelando di avere un suo progetto in mano.

"Ho lavorato anche a una rete civica che ho costruito ascoltando diversi mondi, dall'industria al terzo settore, per costruire un programma", sottolinea. Quasi un ultimatum, che fa scattare la reazione del governatore Fontana. "Contrariamente a quanto da lei affermato, non ho mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato - ribatte il governatore lombardo -. È una prerogativa dei partiti, allora come oggi. Non era né allora né oggi nella mia disponibilità. Come tutti sanno non sono cariche ereditarie. Quindi non è molto chiaro quale spirito di servizio invochi se la condizione era quella di essere nominata vicepresidente e anche candidata presidente. Non mi è chiaro dove sia il senso di responsabilità".

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