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Sesto San Giovanni Sesto San Giovanni / Via Roma

Non pagano (volontariamente) l'affitto per la casa comunale: iniziano le decadenze

Succede a Sesto San Giovanni e il comune precisa che non si tratta di morosità incolpevole. Protagonisti cinque nuclei familiari

Dagli atti ai fatti. Inizieranno nella giornata di martedì 19 luglio le operazioni di decadenza degli inquilini morosi nelle case comunali. Tradotto: i nuclei famigliari che volontariamente non pagano i canoni di locazione al comune verranno sfrattati.

Un’operazione, che terminerà la sua prima fase a settembre, iniziata più di un anno fa con l’esame delle numerose posizioni debitorie aperte, alle quali sono stati inviati ripetuti solleciti di pagamento ed inviti alla rateizzazione del debito. In seguito è stata creata una commissione, composta dal personale del servizio di global service e gestione del patrimonio, dei servizi alla persona e del servizio legale che ha esaminato diversi casi. 

Sono stati individuati un primo gruppo di otto nuclei familiari con posizioni debitorie significative (tutte superiori a 30.000 euro e in tre casi superiori a 60.000) e caratterizzati da minori problematicità di tipo sociale poiché costituiti da soli adulti.

A questi nuclei è stata quindi inviata nello scorso novembre la comunicazione di avvio del procedimento di decadenza, concedendo il tempo necessario alla presentazioni di eventuali controdeduzioni (cosa fatta solo in tre casi su otto). Lo scorso maggio, infine, è stata comunicata la decadenza ufficiale, concedendo 60 giorni di tempo per liberare l’alloggio.

In mancanza di alcuna comunicazione da parte degli inquilini, martedì 19 luglio si procederà dunque con la prima decadenza.

«Quello che iniziamo – ha commentato l’assessore al demanio Mauro Bernardi – è un percorso rigoroso ma necessario. I nuclei familiari che hanno posizioni debitorie molto serie, pur avendo i mezzi per pagare l’affitto e le spese dell’alloggio, danneggiano le famiglie che fanno regolarmente la loro parte e quelle in difficoltà in attesa di una casa pubblica. Abbiamo deciso — conclude Bernardi — di agire dopo aver fornito tutte le possibili strade per il rientro dal debito e concedendo tutto il tempo necessario per mettersi in regola o dimostrare l’assoluta impossibilità di pagare».

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