'Ndrangheta, importano coca dalla Colombia: otto arresti, alcuni vicini ai Barbaro-Papalia
Durante il blitz sono state trovate anche 7 fucili e due pistole, oltre a una pressa industriale
Nella primavera del 2013 i colpi di pistola contro la saracinesca di un locale a Corsico. Poi una complessa indagine che ha portato a galla un traffico di sostanze stupefacenti. Nella mattinata di martedì 23 gennaio, infine, le manette: otto persone sono state arrestate tra Lombardia e Calabria, quasi tutti già noti alle forze dell'ordine, alcuni dei quali — secondo gli investigatori — vicini alle 'ndrine dei Babaro Papalia di Platì (Reggio Calabria).
L'operazione, coordinata dalla Dda di Milano, ha portato il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza a smantellare una presunta associazione per delinquere dedita al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti e operativa nel milanese.
La banda, infatti, avrebbe avuto le sue basi operative a Corsico, Assago, Buccinasco e Trezzano sul Naviglio. Non solo: sarebbe stata protagonista anche di una serie di cessioni di cocaina per un totale di otto chili e avrebbe avuto contatti in Colombia, Brasile, Spagna, Olanda e Bulgaria. Contatti che, come ricostruito dall'inchiesta del procuratore aggiunto Alessandra Dolci, sarebbero stati finalizzati alla ricerca della droga da 'importare' e da distribuire sulla piazza italiana.
Le fiamme gialle, inoltre, hanno trovato e sequestrato in un box nella disponibilità di uno degli indagati 7 fucili e 2 pistole, munizioni di vario tipo, alcuni motoveicoli rubati e persino una pressa industriale utilizzata per confezionare lo stupefacente. Non solo: ad uno dei fucili erano state addirittura tagliate le canne allo scopo di aumentarne la potenzialità offensiva, le altre avevano la matricola abrasa o erano state rubate.
Secondo quanto trapelato gli indagati avrebbero utilizzato sistemi di comunicazione di ultima generazione, spesso avrebbero parlato tra di loro in codice e avrebbero fatto un uso sistematico di automobili con targa straniera per rendere complicata l’identificazione di chi le stesse realmente usando.