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Economia Pregnana Milanese / Via Vanzago

Il colosso dei trattori chiude lo stabilimento: 300 lavoratori rischiano il posto di lavoro

Si tratta della fabbrica di Pregnana della Cnh, colosso che produce macchinari agricoli e mezzi pesanti. A rischio anche i lavoratori di San Mauro (Torino) e Foggia

Stabilimento chiuso e una cascata di licenziamenti. Tradotto? 300 lavoratori che rischiano di rimanere a casa e 116mila metri quadri di fabbriche che potrebbero cadere nell'abbandono, praticamente un intero polo industriale. 

È cupo il futuro per la fabbrica di Pregnana Milanese della Cnh Industrial, gruppo italo-statunitense che produce macchine per l'agricoltura e mezzi pesanti. La società, durante un incontro con i sindacati a Torino, ha annunciato un piano di riorganizzazione che prevede la dismissione e la conseguente chiusura dell'impianto della provincia Nord-Ovest di Milano.

Nello stabilimento di Pregnana vengono prodotti motori marini e gruppi elettrogeni e inoltre è presente l'area logistica. Ma a partire dal 2020 "tutte le attività produttive Fpt Industrial verranno trasferite a Torino — ha dichiarato la segretaria di Fiom Milano Roberta Turi —. Seguiranno, nel 2021, le attività di logistica della Cnh. Dal 2021, quindi, a Pregnana non rimarranno più attività e questo avrà un impatto sull'occupazione di più di 300 lavoratori, 260 a tempo indeterminato e più di 40 delle società di appalto".

"Transform 2 win": le motivazioni della chiusura

La riorganizzazione, come hanno fatto sapere i sindacati, è parte del piano "Transform 2 Win" con cui Cnh Industrial punta allo Spin-off di on-Highway da off-Higway nel 2021. "Il piano della proprietà annunciato dal suo amministratore delegato ha come obiettivi: aumentare in 5 anni il fatturato ad un tasso del 5% annuo; aumentare il margine Ebit all'8% del 2022 e del 10% nel 2024; aumento del rendimento delle attività industriali al 20%", ha affermato in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore automotive.

Ma oltre a Pregnana rischia la chiusura anche lo stabilimento piemontese di San Mauro (Torino) mentre per quello di Foggia è prevista una riorganizzazione della produzione "al termine della quale non è garantita la piena occupazione", hanno precisato i sindacati.

"Per il sito di San Mauro l'azienda investirà per la nascita di un nuovo polo logistico — ha aggiunto De Palma della Fiom Cgil —. La nascita del polo comunque non prevede il riassorbimento di tutti i 370 lavoratori oggi occupati nello stabilimento". 

La reazione dei lavoratori: sciopero

La Fiom di Milano, martedì, ha proclamato uno sciopero fino a fine turno. Nella giornata di mercoledì 2 ottobre, invece, verranno convocate le assemblee per informare i lavoratori e decidere le prossime iniziative. Sempre mercoledì gli operai incroceranno le braccia e sciopereranno davanti ai cancelli dello stabilimento.

I sindacati: "Serve un tavolo complessivo sul piano industriale"

"L'azienda ha deciso di aprire un confronto sui singoli stabilimenti mentre noi chiediamo che si apra un tavolo complessivo sul piano industriale, perché il punto di confronto non può essere sulla gestione degli effetti sociali ma sul piano stesso. È necessario sapere che effetti avrà lo Spin-off sugli stabilimenti italiani visto lo stato di difficoltà che permane da tempo e l'incertezza degli stabilimenti Iveco, agricolo, movimento terra e Fpt", ha aggiunto Michele De Palma della Fiom Cgil che ha chiesto di portare il negoziato al Ministero dello sviluppo economico.

Il legame tra Cnh e Exor

L'azionista di maggioranza di Cnh è Exor, azienda di diritto olandese controllata dalla famiglia Agnelli che nel 2017 aveva una capitalizzazione di quasi 24 miliardi di Dollari.

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