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“Haya”: la vita, il viaggio, la speranza

11 canzoni intrise di proverbi africani, citazioni e omaggi a Fabrizio De Andrè e Bob Marley. Un inno alla multiculturalità, all’importanza dello scambio e della solidarietà

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

In Africa, lungo la Route internationale n°1, che attraversa la Costa d’Avorio, il Ghana, Togo e Benin, fino alla Nigeria, esistono paesini dai nomi importanti: Agbedrafo, ovvero “La vita è veramente difficile”, poi Agbetiko, “La vita è noiosa e pesantissima”, quindi Kunyòwu “E’ meglio la morte” ed, infine, Elavanyo, “C’è speranza”. Trae spunto da questo percorso geografico ed esistenziale “Haya – Inno alla Vita” il nuovo lavoro di Arsène Duevi, cantante “sciamanico” che seduce con le sue sonorità in Ewè, un dialetto africano. Lo spettacolo è in programma venerdì 2 marzo (ore 21) all’Auditorium San Fedele (via Hoepli 3/b – Milano), evento benefico in favore di Sesta Opera San Fedele Onlus (ingresso responsabile - fino ad esaurimento posti). Per prenotazioni e informazioni, scrivere a sestaopera@gesuiti.it, oppure telefonare al numero 02.86352254 (dal lunedì al venerdì, ore 9.30-12.30). Cos’hanno in comune Arsène Duevi e Sesta Opera San Fedele? Intendere la Vita come percorso, non sempre facile, ma che si apre alla speranza. Come nel caso delle centinaia di persone assistite dai nostri 200 soci nelle carceri milanesi – San Vittore, Opera, Bollate, il centro di prima accoglienza del Beccaria, il centro medico dell’ospedale San Paolo e ora anche nell’esecuzione penale esterna (domiciliari o affidamento in prova ai servizi sociali). Là dove i giorni sono scanditi da tappe obbligate, “il primo grado”, “l’appello, “il fine pena mai”, sembrano risuonare le parole di Arsène: “quando in fondo non sembra esserci più nulla, c’è ancora speranza”. “Haya – Inno alla Vita”, prodotto da Musicamorfosi , propone 11 canzoni intrise di proverbi africani, citazioni e omaggi a Fabrizio De Andrè e Bob Marley. Un inno alla multiculturalità, all’importanza dello scambio e della solidarietà, un invito a scegliere sempre la vita, a non farsi usare dai soldi, non darsi mai per vinti, lasciarsi abbracciare, alzarsi e ricominciare. Accanto alla voce calda e nera dell’artista africano i 50 elementi dei SuperCori e i compagni inseparabili di questo lungo viaggio: Giovanni Falzone alla tromba, Roberto Zanisi alle corde, Tetè Da Silveira alle percussioni etniche per un imponente inno alla vita. Una musica libera di viaggiare e condurre mente e cuore oltre ogni confine. Così come Sesta Opera San Fedele vuole portare chi si trova a dover scontare una pena, oltre la propria prigione esistenziale, per creare persone nuove e ricominciare liberi.

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