rotate-mobile
Eventi

Industry weeks protagonisti della musica urban incontro con patrick "wave" carinci

Dalle 19:00 alle 20:30.Il mixing e mastering engineer di fama internazionale, che ha forgiato le produzioni di alcuni tra i più celebri cantanti del genere, come Rhove (Shakerando) e Capo Plaza (Capri Sun), sarà a disposizione di giovani appassionatie media nel campus dell’Accademia dei creative mediain via Trentacoste 14. Aperto a tutti.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Occasione straordinaria per gli appassionati di musica Urban e delle tecniche di mixing e mastering audio in campo musicale. Patrick "Wave" Carinci, mixing e mastering engineer trentenne di fama internazionale, che ha forgiato le produzioni di alcuni tra i più celebri artisti come Gue Pequeno, Vegas Jones, Emis Killa e tanti altri, sarà a disposizione dei giovani appassionati nel Campus dell’Accademia dei creative media SAE Institute di Milano in via Trentacoste 14 il prossimo martedì 6 settembre 2022 dalle 19:00 alle 20:30. Partecipazione gratuita previa iscrizione al link https://www.sae.edu/ita/event/come-mixare-una-hit-urban-con-patrick-wave-carinci/. Carinci, già allievo SAE Institute di Milano, terrà un intervento sul tema: “Come costruire una carriera da ingegnere leader nel mixaggio e mastering nel panorama musicale Urban italiano”. Patrick parlerà del suo sviluppo professionale, a partire dagli studi al SAE Institute, dove aveva frequentato il corso di Audio Production tra il 2013 e il 2016, e presenterà alcune delle tecniche di mix da lui utilizzate, come i segreti dell’Auto-Tune, il software creato della Antares Audio Technologies per la manipolazione audio o per creare particolari effetti di distorsione della voce. Analizzerà alcune sessioni di lavoro di importantissimi brani come Shakerando di Rhove, Capri Sun di Capo Plaza e molti altri, e così si scopriranno nel dettaglio le tecniche utilizzate da Patrick per il suo sofisticato lavoro tecnico di mix e mastering. Si affronteranno anche le caratteristiche principali per una buona produzione e gli aspetti non tecnici del lavoro in studio, come il rapporto con i cantanti. Seguirà una discussione con il pubblico. Patrick, nato a Locarno nel 1992 e ancora residente in Svizzera dove ha fondato lo Wave Shuttle Studio a Sementina, un quartiere di Bellinzona nel Cantone Ticino. Ha iniziato il suo percorso professionale nel 2014 dopo studi in Biologia e Biomedicina e Bachelor of Arts in Audio Production conseguito al SAE. “Ho iniziato come fonico del Rap nella cantina dei miei genitori con computer e casse Logitech, poi ho capito che rappare e produrre non mi piaceva, mi attraeva il lavoro che ci stava prima”. La svolta? “Quando sono stato contattato da Gue Pequeno, ottenendo poi ampio apprezzamento negli anni successivi nel campo della musica Urban/Hip Hop e Trap italiana come fonico di protagonisti tra cui lo stesso Gue Pequeno, Vegas Jones, Ernia, Emis Killa e molti altri”. Attualmente ha all'attivo più di 250 certificazioni tra dischi d'oro e di platino. “Il successo è un risultato che ha il suo prezzo in termini di stress –confida Carinci- e di rinuncia alla vita sociale. E per quanto mi riguarda ad altre passioni che mi piacciono molto. Chi sceglie questa professione deve essere sorretto da una grande passione. Io ascolto musica dal 2004 e fin da ragazzo, nel 2007-2008, alle scuola media, facevo freestyle su fogli di carta, poi sono passato a creare le basi per cantarci sopra. Nel 2010 mi sono stufato di manipolare suoni fatti da qualcun’altro, volevo essere io a stravolgerli e mi sono dedicato al mixing e al mastering, quindi al lavoro che sta ancora più dietro le quinte del produttore. È un contributo importantissimo per la fortuna di una canzone ma in passato non era altrettanto rilevante, perché non si aveva a disposizione la tecnologia avanzata che abbiamo oggi. Chi ha mai celebrato il mixmaster di Celentano o di Mina? Si poteva intervenire solo su alti e bassi… Oggi sono possibili tagli minuziosi, distorsioni vere e proprie… Sul mercato nascono di continuo software pazzeschi. La voce oggi è uno strumento come gli altri, deve essere amalgamata agli altri. Io la posiziono a livello del kick, il rullante un po’ indietro, l’hi-hat più in alto, le melodie intorno, dipende dal brano, se predomina il pianoforte lo tieni presente...”. Carinci non utilizza nemmeno più l’analogico: “Ormai preferisco il digitale, con un mouse ergonomico; ricorro sempre meno all’analogico”. A chi gli chiede come vive la fama di essere tra i più quotati d’Europa risponde: ”Raga, non lo so, so che mi piace mixare e che non sono nemmeno a metà strada di quello che voglio raggiungere e lavorerò duro per arrivarci”. Si considera un tecnico o un artista? “Cerco emozioni nel suono: mischio psicoacustica ed emozioni umane, se il brano tende al love cerco frequenze che colpiscono nello stomaco, se il brano è tamarro il suo deve avere impatto nel petto... Il mix deve esaltare quello che l’artista vuole trasmettere con effetti, equalizzazione, eccetera... È importante avere un buon orecchio, io sono anche musicista. Quando devo creare suoni non sono guidato dalla tecnologia - uso sempre lo stesso compressore da 10 anni e la scheda audio che consiglio è tipica della musica classica, MERGING o la nuova Anubis - ma dalle emozioni, poi il mix è un fatto di gusto personale. C’entra l’anima. Per questo penso che a un certo livello la mia professione diventa arte”. Il rapporto con i social: “Sono diventato famoso grazie a Instagram, postavano i miei lavori e la gente andava a cliccare, gli artisti mi taggavano, ma io non sono uno che vive suo social”. Un consiglio alle nuove leve per emergere? “Trovare cosa manca. Io sono un tamarro di mio e ho cercato cose che spingono sempre più mentre il rap italiano non spingeva, così mi sono applicato a creare sonorità che in Italia non esistevano” Cosa ti è servito dell’esperienza alla SAE? “Ricevere un’ottima preparazione teorica del funzionamento dei vari macchinari e la possibilità di mettere in pratica le nozioni”. Come avevi scoperto SAE? “Cercando su Google scuole per tecnico del suono vicino a dove vivo” Quanti anni hanno i fan della tua musica? “Immagino tra i 15 e i 25” Credi che i generi musicali di cui ti occupi siano un fenomeno effimero, per quanto rapidamente si sono affermati? “No, trovo semplicemente che la musica Urban ci ha messo di più ad arrivare al grande pubblico in Italia ma all’estero è più di un decennio che governa le charts. Secondo me è il nuovo pop”. Cosa vedi nel prossimo futuro ? “Una continua evoluzione del genere Urban. Già sta arrivando l’influenza UK tipo la Drill e pian piano anche il UK Garage”. Quando un fonico può dire: ora sono un professionista formato? “Servono almeno 10mila ore di esperienza, io le ho superate da mo’”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Industry weeks protagonisti della musica urban incontro con patrick "wave" carinci

MilanoToday è in caricamento