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Aon political risk map 2013: nuova versione interattiva della mappa che analizza il rischio politico nel mondo

Per il 2013, la Political Risk Map di Aon evidenzia un aumento del numero di paesi il cui livello di rischio si è abbassato rispetto ai dati del 2012. · Italia stabile e a basso rischio · Tre nuove icone di rischio rispetto alla Political Risk Map 2012. · Aon, nell’elaborazione della Political Risk Map 2013, si è avvalsa della collaborazione con Roubini Global Economics (RGE), società indipendente di ricerca globale fondata nel 2004 dal rinomato economista Nouriel Roubini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Milano, 19 marzo 2013. Mentre Stati di tutto il mondo cercano di risollevarsi dopo la crisi finanziaria del 2008 e
la primavera araba del 2010, la nuova versione della Political Risk Map di Aon, realizzata in collaborazione
con Roubini Global Economics, individua specifici mercati emergenti in cui il rischio politico risulta
particolarmente ridotto.
A completamento della versione cartacea, Aon Risk Solutions, società del gruppo dedicata alla gestione del
rischio globale, ha presentato oggi la nuova versione online e interattiva della Political Risk Map, con dati che
fanno riferimento agli ultimi 15 anni.
La mappa analizza il livello di rischio politico e di terrorismo in 163 paesi.
Accedendo alla mappa interattiva di Aon, organismi ed imprese sono in grado di valutare la propria
esposizione al rischio politico nei mercati emergenti, sia sulla base della situazione attuale sia facendo
riferimento a dati storici.
La nuova versione interattiva riunisce 90 mappe a portata di click, che permettono all'utente di accedere a:
- valutazioni complessive del rischio paese per paese
- icone che consentono di confrontare diverse categorie di rischio paese per paese
La nuova mappa interattiva permetterà pertanto ai clienti di confrontare vari paesi tra loro con riferimento alle
diverse icone di rischio.
Sarà inoltre possibile accedere ad una versione PDF della mappa per ogni anno dal 1998 al 2013, e ad
un'analisi approfondita paese per paese (a partire dal 2010).
Infine, una delle caratteristiche principali della nuova versione è il costante aggiornamento dei dati con
cadenza trimestrale e al verificarsi di eventi significativi dal punto di vista del rischio politico.
Per quanto riguarda le icone di rischio, queste sono quelle già presenti nelle edizioni degli anni precedenti:
· Exchange Transfer: rischio di non essere in grado di effettuare pagamenti in valuta a seguito
dell'imposizione di controlli in valuta locale. Questo rischio prende in esame diversi fattori economici,
tra cui le misure di restrizioni in conto capitale e le riserve valutarie. Questa icona di rischio è stata
aggiunta a 29 paesi rispetto alla versione del 2012, tra cui Bermuda, Camerun, Sri Lanka e Ucraina,
ed è stata ritirata in 13 paesi, tra cui Albania, Cambogia, Paraguay, e Zambia.
· Legal & Regulatory: rischio di danni finanziari o reputazionali a causa di determinate leggi e
regolamentazioni di un paese. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 2 paesi in più rispetto alla
mappa del 2012: Armenia e Mali; è stata invece ritirata in 10 paesi, tra cui Brasile, Croazia, Perù, e
Arabia Saudita.
· Political Interference: rischio di intervento del governo ospitante nell'economia o in altri settori, che
può ledere gli interessi commerciali all'estero come, ad esempio, nazionalizzazione ed
espropriazione. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 3 paesi rispetto alla versione del 2012:
Guatemala, Honduras e Moldavia; è stata invece ritirata in 14 paesi, tra cui El Salvador, Perù,
Tailandia e Zambia.
· Political Violence: rischio di scioperi, sommosse, disordini civili, sabotaggio, terrorismo, guerre,
rivoluzioni, insurrezioni, ammutinamenti o colpi di stato. Questa icona di rischio è stato aggiunta a 21
paesi rispetto alla mappa del 2012, tra cui Argentina, Filippine, Russia e Serbia, ed è stata ritirata in
12 paesi, tra cui Colombia, Kuwait, Indonesia e Oman.
· Sovereign Non-Payment: rischio di default di un governo straniero o della capacità di un'entità
governativa di onorare i propri obblighi in relazione a prestiti o altri impegni finanziari. Questo rischio
analizza sia la capacità sia la disponibilità di uno stato a pagare, valutando politica fiscale, rischio
politico e stato di diritto. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 12 paesi rispetto alla mappa 2012,
tra cui Gambia, Lesotho, Russia, e Senegal, ed è stata ritirata in 7 paesi, tra cui Bosnia, Croazia,
Trinidad & Tobago, ed Emirati Arabi Uniti.
· Supply Chain Disruption: rischio di interruzione della supply chain all'interno o all'esterno di un
paese a causa di instabilità politica, sociale, economica o ambientale. Questa icona di rischio è stata
aggiunta a 47 paesi e territori rispetto alla precedente versione, tra cui Algeria Burundi, Mali e
Tunisia, ed è stata ritirata in 8 paesi, tra cui Brasile, Cina, India e Panama.
Con riferimento alla nuova versione 2013, queste sono le nuove icone di rischio non presenti nelle mappe
precedenti:
· Risk to Doing Business: ostacoli normativi all'avvio e alla gestione di un'attività imprenditoriale,
come l'eccesso di burocrazia, i tempi ed i costi di registrazione di una nuova impresa, la gestione dei
permessi di costruzione, il commercio transfrontaliero ed il credito bancario. Questo rischio è
presente in 96 paesi, tra cui Argentina, Bolivia, Dominica, Nigeria e Russia.
· Banking Sector Vulnerability: rischio che il settore bancario di un paese vada in crisi o non sia in
grado di sostenere la crescita economica con il credito adeguato. Questo rischio è presente in 106
paesi, tra cui Cina, El Salvador, India e Thailandia.
· Risk to Fiscal Stimulus: rischio che il governo non sia in grado di stimolare l'economia a causa di
mancanza di credibilità fiscale, riserve in calo, indebitamento elevato o inefficienza del governo.
Questo rischio è presente a in 94 paesi, tra cui Albania, Liberia Marocco, Tanzania e Uganda.
La competenza storica di Aon nella gestione del rischio politico è stata rafforzata quest'anno grazie alla
collaborazione con Roubini Global Economics (RGE), società indipendente di ricerca globale fondata nel
2004 dal rinomato economista Nouriel Roubini. Grazie alla collaborazione, Aon ha potuto usufruire della
innovativa metodologia di RGE, Quantitative Country Analitics (QCA), per l'attività sistematica di analisi dei
rischi politici in tutto il mondo. A differenza di altri approcci per l'analisi del rischio politico, QCA analizza
sistematicamente 158 serie di dati, e fornisce ai clienti un alto livello di trasparenza sul modo in cui ogni
paese viene valutato.
L'unicità della Political Risk Map di Aon risulta evidente nell'approccio utilizzato per l'analisi del rischio
politico nei paesi emergenti (esclusa UE e dei paesi OCSE). Infatti la valutazione del rischio deriva
dall'integrazione di tre diverse analisi:
• analisi di Aon Risk Solutions
• analisi di Roubini Global Economics
• studi di assicurazioni nell'analisi del rischio politico .
Luigi Sturani - responsabile del team "Property, Casualty and Crisis Management" di Aon Risks Solutions -
commenta: " In considerazione del fatto che il Rischio Politico assume un ruolo sempre più rilevante nelle
decisioni aziendali, i nostri clienti devono avere accesso a dati e analisi di primo livello per determinare i
driver globali del cambiamento. La competenza di Aon nel crisis management, unitamente all'analisi di dati
attuali e storici fornisce ai nostri clienti una mappa preziosa e approfondita, senza uguali sul mercato"
Matthew Shires - responsabile del team Political Risk di Aon Risk's Solution - dichiara: "Aon è sempre alla
ricerca di soluzioni innovative per i propri clienti. Questa mappa interattiva, disponibile online, non solo
permette ai nostri clienti di comprendere ciò che sta accadendo nel 2013 in determinate aree geografiche, ma
offre l'accesso a dati del passato risalenti fino al 1998. Questo contribuisce notevolmente al processo
decisionale strategico e finanziario dei nostri clienti nel mercato di oggi, altamente regolamentato ed
esigente."
Shires aggiunge: "le imprese che operano nei mercati emergenti devono ancora far fronte a notevoli rischi
politici; noi lavoriamo a stretto contatto con i clienti per rilevare la loro esposizioni a tali rischi. Grazie
all'autorevolezza dei dati e delle informazioni, questa nuova mappa interattiva offre ai clienti uno strumento
senza precedenti nel valutare i rischi politici nei mercati emergenti".
Per Richard Green - A.D. di Roubini Global Economics: "La Roubini Global Economics è orgogliosa di
collaborare con Aon per fornire questo contributo analitico per la mappatura del rischio politico per i suoi
clienti."
Novità globali nel rischio politico rispetto alla versione precedente: aumento e diminuzione del rischio
nel 2013
L'analiticità della Political Risk Map permette di identificare l'evoluzione di trend globali in determinate aree
geografiche mondiali in relazione al rischio politico. Significativa è l'evoluzione di questi trend rispetto alla
Political Risk Map dell'anno precedente.
Nella mappa 2013 sono 13 i paesi il cui rischio politico è diminuito rispetto all'anno precedente (contro i 3 del
2012): Azerbaijan, Bahrain, Barbados, Bielorussia, Guatemala, Macedonia, Montenegro, Oman, Pakistan,
Swaziland, Tailandia, Emirati Arabi Uniti.
Per quanto riguarda invece l'innalzamento del rischio politico sono 12 i paesi il cui rischio è aumentato (contro
i 21 del 2012): Algeria, Camerun, Ciad, Etiopia, Madagascar, Mali, Namibia, Moldavia, Turkmenistan,
Uzbekistan, Panama e Paraguay.
Risulta evidente come nell'ultimo anno si sia verificata una diminuzione complessiva dell'esposizione al
rischio dei paesi analizzati. Dopo diversi anni in cui si era registrato un generale aumento del rischio politico a
causa della primavera araba, degli effetti politici della crisi finanziaria globale e delle tensioni persistenti in
Asia Meridionale, nel 2013 il rischio politico è diminuito in ben 13 paesi.
Questi in sintesi i trend globali emersi dall'ultima versione della mappa:
· Miglioramenti ai confini d'Europa
Diversi paesi dell'Asia centrale e del Caucaso (Azerbaijan ed Armenia, ad esempio), hanno visto una
diminuzione del rischio politico, anche se limitata. Questo riflette uno sforzo concertato di alcuni paesi
emergenti verso riforme strutturali per attrarre investimenti ed aumentare la quota di mercato.
Nonostante vi sia ancora un notevole margine di miglioramento, la persistente tensione economica
nell'Europa occidentale ed orientale ha aumento la pressione economica su diversi governi regionali
e causato peggioramenti in Moldova e Uzbekistan (il miglioramento delle istituzioni governative mitiga
l'effetto di questi rischi sugli investimenti).
· Un nuovo ordine in Medio Oriente
Dopo essere stati al centro di un aumento complessivo del rischio politico nel 2012, tre paesi del
Medio Oriente (Bahrain, Oman ed Emirati Arabi Uniti), hanno visto una diminuzione del rischio
politico interno nel 2013. Anche se potrebbe trattarsi di una situazione temporanea, questo sottolinea
l'importanza di imprese forti e istituzioni finanziarie che possono attenuare gli effetti sui singoli paesi.
· Scosse di assestamento in Africa occidentale
Camerun, Ciad, Mali e Algeria sono stati tutti declassati, riflettendo la destabilizzazione politica di
questi paesi. I flussi di armi e ribelli di là delle frontiere hanno innalzato notevolmente il rischio
politico. I recenti fatti in queste regioni, indicano la possibilità di ulteriori declassamenti.
La Political Risk Map di Aon, nella sua versione interattiva, si pone pertanto come strumento unico per le
imprese: la quantità di dati a disposizione e la possibilità di confrontare dati storici e attuali in riferimento a
determinate icone di rischio, permette ad ogni impresa di valutare accuratamente il rischio politico di un paese
in relazione alle proprie peculiarità e necessità.


La mappa può essere visualizzata su https://www.aon.com/2013politicalriskmap/index.html

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