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Cos'è questa storia delle multe per chi è in giro con le bottiglie di vetro e della 'movida a tempo'

Si torna a ragione di movida. Il centrosinistra "ripesca" un cavallo di battaglia del centrodestra e si pensa a dei limiti orari

Niente vetro, niente eccessi. In comune a Milano si torna a parlare di movida e mala movida, cercando strade che possano trovare il giusto compromesso tra la necessità di garantire la sicurezza e la libertà dei locali e dei clienti di lavorare e divertirsi. L'ultima idea è arrivata dal presidente della commissione sicurezza, il democratico Michele Albiani, che venerdì pomeriggio parlando ai colleghi ha cercato una "sponda" decisamente inaspettata. 

"Sono un po' nostalgico dell'ordinanza della Moratti, quella che vietò 'l'avere in giro' il vetro dopo un certo orario, con multe per chi consuma", le parole del neo consigliere e responsabile diritti del Pd Milano. Il riferimento, per nulla velato, è a un provvedimento del 2009 dell'allora sindaco Letizia Moratti - chiaramente in quota centrodestra - che puniva con multe fino a 450 euro non solo i venditori ma anche le ragazze e i ragazzi che compravano e consumavano in strada bevande nelle bottiglie di vetro. 

"Sulla questione del consumo di alcol in vetro io inviterò ad aprire un confronto sul divieto. Il divieto è stato reintrodotto con un'ordinanza quest'estate, ma non ha funzionato perché colpiva solo chi vendeva", ha proseguito Albiani facendo riferimento all'ordinanza di Sala che, tra l'altro, era stata particolarmente restrittiva per la zona del Lazzaretto trovando una parziale opposizione proprio dello stesso Albiani. 
 
"La questione dell'abuso di alcol da parte dei super giovani e adolescenti è molto complicata. C'è qualcuno che glielo vende, supermercati, minimarket e altre realtà", ha aggiunto il presidente della commissione sicurezza. Da qui, quindi, l'idea di reintrodurre l'ordinanza imposta dal centrodestra prevedendo multe e controlli anche per chi acquista.

E non è questa l'unica idea. L'altro problema legato alla mala movida, secondo Albiani, è "la carenza di controlli. Dobbiamo parlare con la Questura e con il Prefetto per capire come intervenire". Tenendo sempre presente "dei limiti di orari per alcune zone: bisogna ragionare se mettere un limite, come le due del mattino, nei luoghi dove la situazione degenera e - ha concluso Albiani - si verificano violenze inaudite".
 

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