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Venerdì, 26 Aprile 2024
Attualità Sesto San Giovanni

A Milano il punk rock pro Ucraina dei Gogol Bordello

Non solo Guns N' Roses, domenica 10 luglio la mitica band è tornata a suonare al Carroponte. La recensione della super performance

"Come avete passato la pandemia? In realtà non frega a nessuno. Siamo qui e siamo vivi". Questo l'inno alla gioia che Eugene Hütz, frontman dei Gogol Bordello, ha rivolto al pubblico del concerto di domenica 10 maggio al Carroponte di Sesto San Giovanni (Milano). La mitica band è tornata a suonare in Italia il suo infiammante gypsy punk dedicando il suo live all'Ucraina devastata dalla guerra voluta da Putin. 

Senza tregua, il live ha fatto cantare, saltare e ballare, con l'immancabile 'pogo', i fan del gruppo, in un ritorno quanto mai atteso alla vita post pandemia. Alla felicità di poter suonare di nuovo 'live', i Gogol Bordello hanno affiancato la vicinanza e solidarietà al popolo ucraino: Hütz, nato in Ucraina, da quando è scoppiato il conflitto con la Russia, ha organizzato numerose iniziative e raccolte fondi.

Dai brani più recenti dell'album 'Seekers and Finders' ai pezzi storici di 'Super Taranta' e 'Trans Continental', conosciuti da tutti a memoria, la band ha portato per mano gli spettatori in un avventuroso viaggio tra il punk, il rock e le note zigane dell'Europa dell'est. A guidare l'esperienza l'incredibile carisma di Hütz, che verso la fine dello spettacolo è salito su un tamburo avvolto dalla bandiera del suo Paese di origine. "Solidaritine" ("solidarietà"), si leggeva intanto sullo sfondo nero del palcoscenico, sopra al disegno di un pungo azzurro e giallo (colori della bandiera ucraina). 

La grande festa gipsy punk ha visto partecipare fan di ogni età, da chi segue i Gogol Bordello sin dal loro esordio a chi li ha conosciuti soltanto negli ultimi anni. Nessuno ha resistito al ritmo incalzante, alla musica che mischia generi di tutto il mondo e all'energia dei musicisti che non si sono sono risparmiati nemmeno per un secondo, pur di consegnare un'esperienza memorabile, che per molti era anche il primo concerto dopo un lungo stop forzato. Quella di domenica sera è stata una celebrazione dionisiaca della vita, arricchita della consapevolezza, che viene dal conflitto nella vicina Ucraina, che la fortuna di vivere in tempi di pace è un dono prezioso, da non dare mai per scontato.

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