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Cosa sta succedendo con Trenord

Regione pensa di rinnovare l'affidamento del servizio di trasporto ferroviario alla società per altri 10 anni, senza bando. L'autorità di regolazione boccia l'idea e l'opposizione va all'attacco

Un altro anno insieme, almeno. Forse, altri dieci. Regione Lombardia sta pensando - o probabilmente ha già deciso - di affidare direttamente a Trenord, senza bando, la gestione del servizio ferroviario regionale per il prossimo decennio. Una volontà che ha immediatamente mandato in subbuglio l'opposizione, ora forte anche del parere dell'autorità di regolazione dei trasporti che ha sottolineato che questa pratica, per quanto legale, sia quanto meno sconsigliabile. 

A sollevare il polverone, lunedì, sono stati Pietro Bussolati, consigliere del Pd al Pirellone, e il collega di Azione, Niccolò Carretta, entrambi da sempre molto sensibili sul tema. Nelle scorse ore, i due - entrambi membri della Ccmmissione trasporti - hanno reso nota la risposta che l'autorità di regolazione dei trasporti ha dato ad una loro sollecitazione sull'opportunità di procedere con l’affidamento diretto del sistema ferroviario regionale così come, hanno ricordato, "è stato dichiarato più volte dalla giunta lombarda e dall’assessore Terzi, senza dunque procedere alla predisposizione di una gara che incentivi la concorrenza". 

L'autorità, nella risposta divulgata dai due consiglieri di opposizione, ha affermato di aver evidenziato a Regione Lombardia "l’inopportunità di ricorrere a continue proroghe in quanto ritardano la piena applicazione della regolazione dell’autorità e il perseguimento degli obiettivi di efficacia, efficienza, qualità e trasparenza". Rispetto all’affidamento diretto, che la regione prospetta per il periodo 2023-2032, l’autorità ha confermato la liceità dell'operazione, ma ha segnalato che in sede di consiglio dell’Unione Europea “sia stata espressa preoccupazione per l’assetto concorrenziale del mercato ferroviario regionale italiano, sottolineando, nell’ambito delle riforme in materia di concorrenza previste dal PNRR, l’importanza di incentivare l’adozione di procedure competitive per gli affidamenti del trasporto pubblico ferroviario, circoscrivendo il ricorso alla modalità in house, anche in merito alla relativa durata contrattuale". 

Nello stesso documento si aggiunge che “si è rilevata anche l’opportunità di una riconsiderazione della durata del prossimo affidamento, che potrebbe essere ridotta rispetto al limite massimo ammesso, in modo tale che sia commisurata al tempo necessario per l’adeguata risoluzione delle criticità evidenziate, relativamente agli aspetti infrastrutturali e al sistema tariffario, al fine di rimuovere gli ostacoli attualmente rilevati e consentire alla Regione di ampliare le proprie valutazioni in futuro sia in merito alla perimetrazione dei lotti che alla modalità di affidamento". 

"Con Carretta abbiamo scritto una lettera lo scorso 5 luglio all'autorità di regolazione trasporti - ha ricordato Bussolati -. Nel 2021 il parere dell'Art metteva in allerta a non fare una proroga. Ora la regione Lombardia butta la palla alla prossima giunta e fa la proroga fino al luglio 2023. Dunque la prossima giunta avrà pochissimo tempo per modificare un impianto lasciato come una pesante eredità. La situazione ferroviaria regionale è in peggioramento da anni – ha proseguito Bussolati - e la regione, anziché scegliere di collaborare e ascoltare le richieste dei pendolari, decide di azzerare la comunicazione e la trasparenza delegittimando le rappresentanze e i tavoli di quadrante in attesa di convocazione da mesi". 

ELa media dei ritardi, che ha visto un picco nel mese di luglio con 28 linee su 42 oggetto di bonus per gli abbonamenti, è sempre più consolidata e costante nonostante numerose iniziative dal basso, come l’ultima raccolta firme degli stessi pendolari che ha raggiunto quota 30mila sottoscrizioni e che chiede un urgente e concreto cambio di passo. La giunta, dopo aver proceduto con due proroghe del contratto di servizio, lo scorso luglio, in occasione del bilancio di assestamento, ha scelto di prorogare ulteriormente la scadenza fino a luglio 2023, legando così mani e piedi dei decisori della prossima legislatura, che auspichiamo portino maggior attenzione al trasporto pubblico e maggior rispetto per i pendolari", ha continuato l'esponente Dem. 

"Il sistema dei trasporti ferroviari viene gestito dalle regioni e l'autonomia fa comodo solo quando serve. Tutto è in capo alla Regione, su questo dovremmo vedere l'efficienza sbandierata lombarda. L'Ue dice di usare le gare e la concorrenza. Se un ente dimostra che non ci sono condizioni per una gara, allora si può procedere tramite affidamento diretto, sono in condizioni estreme. La scelta della regione ha in sé una matrice di scelta politica molto chiara: 'me ne frego di quello che le aziende dell'Unione europea possono offrire e lo do direttamente a un soggetto, Trenord, di cui io sono controllore e controllato allo stesso momento' - gli ha fatto eco Caretta -. Quello che chiediamo è più trasparenza nelle procedure, ma soprattutto più coinvolgimento della commissione Trasporti che, ad oggi, è all’oscuro di qualsiasi ragionamento sul nuovo contratto di servizio che impegnerà circa mezzo miliardo di euro all’anno di risorse regionali sulle spalle di tutti i lombardi". 

Alle polemiche, nel pomeriggio, ha poi risposto direttamente l'assessore ai trasporti, Claudia Maria Terzi. "Non è la prima volta che spiego ai consiglieri dell'opposizione, in particolare Niccolò Carretta e Pietro Bussolati, anche al di fuori delle sedi ufficiali, perché si è scelta la via del rinnovo con Trenord ma entrambi ripetono il mantra della gara come un disco rotto, senza idee che vadano oltre gli slogan", ha replicato piccata l'esponente della giunta regionale. 

"Ricordo - ha aggiunto l'assessore - che l'altro e unico importante player italiano, ovvero Trenitalia, non potrebbe partecipare alla gara in quanto socio al 50% di Trenord. Le stesse regioni a guida centrosinistra, come la Toscana, hanno scelto l'affidamento diretto a Trenitalia proprio per evitare, in assenza di competitori, inutili lungaggini burocratiche. E l'esempio tanto decantato dai due consiglieri dell'Emilia-Romagna ha visto come unico partecipante alla gara Trenitalia". Per Terzi, quindi, "i dubbi sollevati mi sembrano destinati a cadere nel vuoto, salvo che Carretta voglia consegnare il servizio ferroviario regionale in mano a compagnie straniere. Ma pensare a un servizio gestito da società che hanno sedi a Parigi o Berlino va contro l'impegno di regione di mantenere in Lombardia il servizio di trasporto ferroviario. E non è solo una questione tecnica, è anche una scelta politica che va nella direzione di salvaguardare ancora per altri dieci anni un servizio che in termini quantitativi non ha paragoni con il resto d'Italia: poco meno di 700 mila passeggeri e oltre 2.170 mila treni al giorno".

Sulle alle accuse di una scarsa governance e di investimenti per il materiale rotabile, l'assessore ha puntualizzato: "C'è chi parla e chi fa. Il centro sinistra è più impegnato a capire come regalare le nostre società all'estero, mentre noi abbiamo messo in campo risorse concrete per il rinnovo della flotta e abbiamo investito 2 miliardi di euro per l'acquisto di 222 nuovi treni che andranno a sostituire da qui al 2025 le vecchie carrozze lasciate in eredità nel 2011 da Trenitalia al servizio regionale. Il vero problema in Lombardia - ha evidenziato l'assessore - è semmai un'infrastruttura Rfi non adeguata al servizio e con oltre il 50% a binario unico. I consiglieri Bussolati e Carretta invece di criticare a sproposito Regione - ha concluso Terzi - dovrebbero unirsi alle nostre sollecitazioni affinché da una parte Rfi e dall'altra Trenitalia inizino a fare la loro parte e dare alla regione più importante d'Italia una rete infrastrutturale degna di tale nome".

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