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Cronaca

Fermati a Milano con 2 cilindri di palladio: valore 700mila euro

Vasta operazione della finanza: fermato un giro d'affari di 100 milioni di euro su metalli di dubbia provenienza, in una triangolazione Arezzo-Salerno-Milano

Fermati alle porte di Milano con quasi 9 chili di palladio, per un valore di 700mila euro. Non c'era alcuna documentazione che attestasse la provenienza lecita del metallo. Da qui, è nata una vasta operazione che ha visto 8 persone indagate e 3 aziende coinvolte in un'inchiesta della procura di Arezzo legata a passaggi "in nero" di sostanziosi quantitativi di oro e palladio, metalli preziosi di dubbia provenienza. Le indagini sul campo sono state portate avanti dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Arezzo. I militari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni e di disponibilità finanziarie, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Arezzo, per un valore superiore ai 10 milioni di euro, che secondo gli inquirenti "pari al profitto del reato di una imponente frode fiscale, perpetrata da un sodalizio criminale, ramificato in provincia e sull’intero territorio nazionale".

Un'organizzazione criminale: giro d'affari di 100 mln

Gli investigatori delle fiamme gialle hanno individuato un’organizzazione - con base operativa ad Arezzo - dedita "alla commissione di una pluralità di delitti, che vanno dalla frode fiscale, realizzata mediante l’evasione dell’Iva derivante dalla compravendita di metalli preziosi, per un giro d’affari di circa 100 milioni di euro, all’autoriciclaggio dei proventi illecitamente accumulati. Il meccanismo fraudolento scoperto è fondato sul collaudato schema dell’interposizione fittizia di soggetti economici strumentali nel circuito commerciale, con le cosiddette società 'cartiere'".

Il triangolo Arezzo-Salerno-Milano

Il giro d'affari illecito, secondo la ricostruzione fatta dai finanzieri, si è sviluppato mediante vorticosi scambi intercorsi fra tre società, con sede in Toscana (Arezzo), Campania (Salerno) e Lombardia (Milano), che in soli 4 anni, 2018, 2019, 2020 e 2021, "hanno ceduto ingenti quantitativi di metalli preziosi, in particolare, oro e palladio, ricorrendo a false fatturazioni". Proprio il ruolo svolto da una “società cartiera” - deputata a produrre false fatture e che gli inquirenti hanno localizzato nella provincia di Salerno - sarebbe stato strategico per la complessiva riuscita del sistema fraudolento "poiché sulla stessa è stato convogliato l’ingente debito tributario procurato dalla frode fiscale", dicono le fiamme gialle. Che aggiungono: "L’individuazione della società è stata resa possibile dall’analisi di molteplici risultanze investigative di rilievo: la stessa, solo formalmente amministrata da un prestanome ma di fatto gestita dai vertici dell’organizzazione, è, infatti, priva di una sede operativa e di personale dipendente, non ha presentato bilanci o dichiarazioni dei redditi a decorrere dal 2014, non è iscritta all’albo degli operatori professionali in oro della Banca d’Italia e non è titolare di alcun rapporto bancario sul quale ricevere ed effettuare i pagamenti delle fatture milionarie oggetto della frode".

Il sequestro dei cilindri di palladio

Le indagini hanno proceduto con l’approfondimento di segnalazioni per operazioni sospette, gli incroci delle numerose banche dati disponibili tra loro interoperabili, le analisi documentali e bancarie, i servizi di osservazione e di pedinamento sul territorio e le analisi del traffico telefonico. Sono stati poi effettuati mirati interventi che hanno consentito di giungere al sequestro di 12 chili di metalli e di oltre 30mila euro in contanti, in modo da ottenere elementi di prova delle transazioni illecite.

"Di rilievo - raccontano le fiamme gialle - un sequestro svolto nello scorso maggio, quando l’autovettura di uno dei membri dell’organizzazione è stata pedinata lungo il tratto autostradale da Arezzo a Milano, grazie all’utilizzo di rilevatori satellitari di posizione Gps alle porte di Milano: è scattata la perquisizione del veicolo e del suo conducente. Sono stati così rinvenuti e sequestrati due cilindri di palladio, del peso di 8,5 chilogrammi, per un valore di circa 700mila euro, trasportati senza documentazione giustificativa dell’origine. Complessivamente, sono state tracciate e ricostruite ulteriori 13 consegne di metalli preziosi in nero, che non hanno trovato alcun riscontro nella contabilità e che avvenivano, di solito, presso svincoli autostradali in località sempre differenti"

Gli 8 indagati

L’autorità giudiziaria ha emesso un provvedimento cautelare sui beni riconducibili a 8 soggetti indagati, tra amministratori di fatto, corrieri e semplici prestanome, ritenuti partecipi, a vario titolo, del sodalizio criminale, con la contestazione dei reati di associazione per delinquere, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio del profitto illecitamente conseguito. Si tratta di persone residenti nelle province di Arezzo, Milano, Roma, Caserta, Napoli e Matera. Contestazioni sono state mosse anche nei confronti di due società, segnalate all’autorità giudiziaria, secondo la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti. Il provvedimento cautelare ha interessato beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie delle persone fisiche e giuridiche sottoposte ad indagini ed ha avuto ad oggetto, nello specifico, immobili ad uso abitativo o industriale, nelle province di Arezzo, Grosseto, Caserta, Milano, Piacenza e Roma, auto d’epoca e moto di grossa cilindrata, oltre a diversi rapporti finanziari.

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